“Callas d’incanto”, intervista a Debora Caprioglio

6 Ottobre 2017

Il mito di Maria Callas raccontato dal personaggio di Bruna, la sua storica governante. Nei suoi panni, Debora Caprioglio, sempre sulla cresta dell’onda di una carriera quasi trentennale tra cinema, tv e teatro.

Il 22 ottobre 2017 Debora Caprioglio porterà al Teatro Boni di Acquapendente (VT) il monologo Callas d’incanto, scritto e diretto da Roberto D’Alessandro, dedicato alla leggendaria cantante lirica di cui ricorrono i quarant’anni dalla morte. “Sono felice di recitare al Boni per la prima volta – esordisce l’attrice di origine veneziana, che sarà ospite anche il 15 ottobre alla presentazione ufficiale – l’entusiasmo del direttore artistico Sandro Nardi mi ha già contagiato. Inoltre conosco molto bene la Tuscia, amo Civita di Bagnoregio e Viterbo, dove ho già recitato al teatro romano di Ferento. È una delle zone d’Italia in cui torno con più piacere”.

Debora Caprioglio, perché la scelta di Bruna? Come è nato questo spettacolo?
Roberto D’Alessandro mi ha proposto il testo alcuni anni fa e fin da subito mi sono appassionata a questa storia. Con una zia cantante lirica, per me non era un mondo del tutto sconosciuto, ma tanti dettagli della vita di Maria Callas sono stati una scoperta. Così sono entrata con grande trasporto nel personaggio di Bruna: una donna che racconta un’altra donna, con cui ha vissuto a stretto contatto per anni e anni e ne ha assorbito gioie e dolori. Nel giro di tre o quattro anni, così, abbiamo messo in scena lo spettacolo: credo che in tutte le cose ci deve essere sempre la giusta maturazione. La tournée è iniziata a maggio, in estate è andata molto bene e questo ci dà una forte motivazione nella prosecuzione autunnale.

Quanto è difficile interpretare un personaggio che a sua volta ne racconta un altro che non compare mai in scena?
Amando profondamente questo spettacolo e il mio ruolo, le emozioni vissute sul palco sono così intense da alleviare il non indifferente sforzo fisico di un monologo di un’ora e venti, anche se in ogni caso compaiono altri personaggi come Onassis e Giovanni Battista Meneghini, il marito della Callas. L’aspetto più bello è vedere il pubblico commuoversi ed entrare nella storia: credo che il teatro sia splendido nel farti vivere le emozioni ancor prima di trasmetterle, al di là della preparazione tecnica che è pur necessaria e importantissima. Emozionarsi per emozionare: questa è la conditio sine qua non per creare un cordone ombelicale tra artista e pubblico.

Una parte fondamentale è la devastante storia d’amore della Callas con Onassis: quale riflesso ha su Bruna?
Bruna assorbe il lato sia romantico sia drammatico di un incontro che per la Callas segna l’inizio della sua decadenza. Lei, diventata un mito della lirica con la sua ferrea disciplina, si ritrova obnubilata in una storia travolgente, si ritrova obnubilata in un ambiente e ama incondizionatamente Onassis anche dopo la rottura. Bruna vive il dolore di Maria come se fosse suo. Si dice che gli dèi, quando vogliono punirti, ti regalano quello che hai sempre desiderato, perché può essere fonte di gioia ma anche di tragedie. Bruna è come l’ancella della vestale di una dea: sacrifica la propria vita a Maria Callas che a sua volta dà tutta se stessa alla lirica.

Fino a quanto è possibile sacrificare la propria vita per l’arte o per un’altra persona?
Amo molto il mio lavoro e comprendo fino dove possa arrivare il sacrificio per qualcosa che si ama, perché a lungo andare non è più un sacrificio, ma una gioia. Del resto, impegno e lavoro duro ripagano in termini di risultati, come fu per la Callas. Poi è chiaro che nella vita possono subentrare altre priorità, l’amore, la famiglia, e credo che la cosa giusta sia trovare un equilibrio. Tuttavia non è facile: siamo esseri umani, non macchine programmabili.

Nel corso della sua carriera ha lavorato in cinema, tv, teatro: cosa preferisce? E come è riuscita a essere così poliedrica?
La cosa più bella è sempre recitare. Il teatro ha una marcia in più, offre all’istante la percezione di ciò che si vale, perché sei tu e il pubblico. Televisione e cinema offrono maggiore popolarità e se un artista vuole essere sia completo sia conosciuto, deve saper lavorare in tutti e tre gli ambiti, nonostante oggi il web stia arrivando a giocare un ruolo predominante. Però quando si parla di recitazione la prima forma resta sempre il teatro, perché non ha filtri.

Cosa pensa del teatro oggi in Italia?
Credo che ci sia una leggera ripresa, dopo alcuni anni di grande crisi. C’è tanta voglia di andare avanti da parte degli operatori e ci sono molte realtà che funzionano, come il Teatro Quirino a Roma, dove sarò a marzo. Nel frattempo da fine novembre sarò anche in tournée con Gianfranco Jannuzzo in Alla faccia vostra.

Debora Caprioglio sarà al Teatro Boni di Acquapendente (VT) domenica 22 ottobre 2017 alle ore 17.30.

Francesco Mecucci

 

Foto tratte dalla pagina Facebook dello spettacolo