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Chiara Clausi racconta Beirut in un libro-reportage

14 Luglio 2022

Beirut au revoir. Il crocevia del Medio Oriente tra bellezza e macerie è il titolo del libro di Chiara Clausi, uscito nel 2022 per Paesi Edizioni, in cui l’autrice racconta la capitale del Libano, dove vive dal 2016 e lavora come corrispondente.

Beirut è una piccola New York nel cuore del Libano. Tripoli, Baalbeck, Tiro, la Qadisha Valley, Byblos, Batroun: tutti posti remoti ma di un fascino infinito. Beirut è lì da sempre. Non stanca, anzi provoca una sorta di dipendenza e malinconia. Chi non la conosce spesso ne fa un ritratto distante dalla realtà.

La città, crocevia di tutte le tensioni mediorientali, è invece tratteggiata in tutte le sue contraddizioni nel volume di Chiara Clausi, che ha studiato lingua araba e storia del Medio Oriente all’American University di Beirut e oggi scrive per Il Giornale, Panorama e altre testate nazionali. Un libro-reportage che fa viaggiare e conoscere un luogo attraverso le parole di chi quel posto l’ha vissuto e imparato ad amarlo.  Quello dell’autrice è un punto di osservazione privilegiato e Beirut è descritta in modo dettagliato.

beirut chiara clausi

Chiara Clausi / Foto da Ufficio Stampa NewsCast Francesca Berton.

Beirut, una città piena di contraddizioni

Scrive nella prefazione la giornalista Francesca Mannocchi, una delle più note inviate di guerra: “Beirut au revoir tiene insieme tutto. L’amore per gli odori, i sapori, la malia del Libano, lo strazio per un Paese che cambia al voltare dell’angolo della strada e diventa il Libano in cui metà della popolazione vive sotto la soglia della povertà. Ci sono le calde giornate di Tripoli e le passeggiate a downtown Beirut, ci sono i volti resi indistinguibili da una ricerca dell’effimera bellezza, e la sofferenza di un Paese piccolissimo che però ospita da dieci anni un milione di siriani che hanno cercato riparo dalla guerra. Un quarto della sua popolazione“.

Beirut au revoir è una guida utile per chi vuole capire questo pezzo di mondo così complicato ma imprescindibile negli equilibri globali: la ricostruzione diseguale del suo dopoguerra, gli eserciti che per decenni l’hanno occupato e martoriato, la ricchezza a beneficio di pochi e la povertà a danno di troppi, i colpi dell’Holiday Inn rimasti lì a ricordare quello che è stato, mentre il cemento intorno provava a coprire le tracce di un passato di violenza sempre alle calcagna.

Prima foto in alto: Jo Kassis / Pexels.com

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