mircea cantor

Art Club #32, la mostra di Mircea Cantor a Roma


data: dal 20 maggio al 19 settembre 2021

luogo: Accademia di Francia a Roma - Villa Medici (Viale della Trinità dei Monti 1), Roma

orario: n.d.

Mircea Cantor, artista romeno nato nel 1977 e di base a Parigi, espone a Roma nella mostra Art Club #32, a cura di Pier Paolo Pancotto, dal 20 maggio al 19 settembre 2021 presso Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia.

Prendendo spunto da un repertorio iconografico e iconologico universale, rappresentato da immagini e gesti semplici appartenenti alla quotidianità, Mircea Cantor riflette sulle componenti storiche e culturali che plasmano la realtà e sulle varie sfumature semantiche che l’articolano. Tale procedimento di osservazione trae spesso origine dall’esperienza individuale dell’artista, avvenuta al principio in Romania e poi in Francia. E si esplicita attraverso molte forme linguistiche, alcune delle quali rappresentate a Roma in occasione del suo esordio individuale a Villa Medici.

Si tratta di diversi lavori, alcuni dei quali concepiti per l’occasione e distribuiti in vari ambienti sparsi nei giardini dell’Accademia, instaurando un sottile dialogo tra contemporaneità e patrimonio.

Mircea Cantor: le opere

La monumentale Flag (2017) sovrasta la loggia della Villa. Quindi, il percorso di visita si apre alla Loggia Balthus ove, tracciata col fumo di una candela, affiora sul soffitto la scritta Ciel variable (2007-21). Questa appartiene all’omonima serie avviata dall’artista nel 2007 e incentrata sul tema della fragilità della condizione umana. Quindi si passa all’Atelier di Balthus che ospita la proiezione di un nuovo filmato girato a Roma per l’occasione della mostra, testimonianza del legame che da molti anni unisce l’artista alla città. Altri video sono distribuiti tra diversi spazi dei giardini rinascimentali.

Di fronte alla Loggia Balthus, si erge una struttura geometrica e praticabile lungo la quale si snoda Chaplet (2021). Un’opera costituita da 120 metri di pellicola cinematografica marcata dalle impronte digitali dell’artista. Alla maniera di un rosario, le impronte si sgranano senza soluzione di continuità sulla striscia di celluloide a formare una sorta di schedatura dell’autore. E, di conseguenza, di riflessione sul concetto di identità e libertà individuale.

Empire of all poetical encounters (2017-21), da un pallet dipinto, sta al centro dello Studiolo di Ferdinando, entrando in dialogo con gli affreschi sovrastanti. Infine, il rilievo in gesso Homo homini lupus (2021) occupa la Gipsoteca assimilandosi ai calchi della colonna Traiana abitualmente custoditi in questo spazio.

Foto: © Mircea Cantor gentilmente fornite da Ufficio Stampa Elisabetta Castiglioni

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