giuseppe nigro i fiori di mozia

I Fiori di Mozia, gli acquerelli archeologici di Lorenzo Nigro


data: dal 18 novembre al 19 dicembre 2021

luogo: Spazio Arti Floreali (Vicolo della Campanella), Roma 

orario: martedì-sabato 16.00-19.30 / domenica 11.00-18.00 / lunedì chiuso

I Fiori di Mozia è la mostra allo Spazio Arti Floreali di Roma che espone gli acquerelli archeologici di Lorenzo Nigro, con allestimento e catalogo a cura di Lauretta Colonnelli.

L’esposizione, aperta dal 18 novembre al 19 dicembre 2021, nasce dai diari e dai disegni di Lorenzo Nigro, che da vent’anni dirige la missione archeologica di Mozia, isola siciliana nello Stagnone di Marsala dove prosperò un’antica città fenicio-punica.

I Fiori di Mozia raccoglie gli acquarelli archeologici di Nigro. Intende raccontare per immagini illustrate non solo la storia delle piante che oggi si incontrano sull’isola, ma anche quella degli scavi. E delle sensazioni che pervadono gli archeologi durante il soggiorno sull’isola nei periodi di lavoro, trascinando nell’incanto di Mozia anche quelli che non l’hanno mai vista.

Una mostra che può considerarsi un complemento del romanzo I genî di Mozia. In esso, la gioia della ricerca archeologica, lo splendore della piccola isola e gli insegnamenti dei grandi del passato fanno da sfondo a un giallo avventuroso in cui il protagonista è l’autore stesso.

Vernissage giovedì 18 novembre ore 17.30. Finissage sabato 18 dicembre ore 16.30.

lorenzo nigro archeologo

Lorenzo Nigro: l’archeologo artista e scrittore

Nato a Roma nel 1967, Lorenzo Nigro è un archeologo, scrittore e acquerellista. È professore ordinario di archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente Antico e di archeologia fenicio-punica all’Università La Sapienza di Roma.

Esegue scavi in Giordania, Palestina e Sicilia occidentale. Sull’isola di Mozia, in provincia di Trapani, ha individuato diverse strutture arcaiche come il Tempio del Kothon e il Sacello di Astarte e una serie di altri importanti monumenti e reperti. Dal 2004 dirige la missione archeologica dell’Università La Sapienza a Tell es-Sultan (l’antica Gerico), Tell Sheikh Abu Zarad (l’antica Tappuah), e Betlemme in Palestina. È attivo anche nella fortezza ammonita di Jamaan e nell’antica città di Khirbet al-Batrawy, da lui scoperta in Giordania. In quest’ultimo sito nel 2010 ha scoperto il Palazzo Reale, con numerosi importanti reperti del III millennio a.C.

Ha diretto il progetto della cooperazione italiana Oasi di Gerico per la salvaguardia e valorizzazione di 13 siti archeologici. Ha scritto due romanzi archeologici per l’editore Il Vomere: Gerico. La Rivoluzione della preistoria (2019); I genî di Mozia (2020). Sono dedicati rispettivamente all’età neolitica nella più antica città del mondo e alla saga della famiglia di Giuseppe Whitaker e al mistero del tesoro di Garibaldi. Dal 2009 è membro del Consiglio Scientifico della Fondazione G. Whitaker di Palermo, per la quale ha curato l’edizione di diversi volumi.

Foto fornite da Ufficio Stampa Elisabetta Castiglioni.



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