la mite fedor dostoevskij

“La mite” di Dostoevskij in scena con Teatri d’Imbarco


data: dall'11 novembre 2021

luogo: Trieste, Firenze, Genova, Barberino del Mugello Fi

orario: orari vari

La mite di Fëdor Dostoevskij in scena con il nuovo spettacolo della compagnia Teatri d’Imbarco di Firenze. La prima assoluta a Trieste l’11 novembre 2021, nel giorno in cui ricorrono i 200 anni della nascita del grande letterato russo. Quindi, fino al 27 novembre, date a Firenze, Genova e Barberino del Mugello (FI)

Nicola Zavagli, che cura adattamento e regia, ha tratto dal racconto di Dostoevskij un intenso monologo sulla violenza domestica, per l’interpretazione appassionata di Beatrice Visibelli. Dando voce al carnefice, la sensibilità dell’attrice si immerge nei labirinti oscuri della sua mente, con un inedito e sconcertante rovesciamento di prospettive e di ruoli.

L’attrice affronta il rapporto uomo/donna nel suo schema maledetto di vittima e carnefice. Ma per allontanarsi dalla cronaca (che continua a denunciare inesorabile lo stillicidio delle vittime) sceglie un monologo scritto dal più profondo indagatore dell’animo umano: Dostoevskij. Un monologo polifonico dove i pensieri diventano un flusso di parole che tentano ostinatamente di capire il perché di un rapporto dominato dal silenzio, usato come arma di potere e di tortura psicologica. E dove infine in un crescendo incalzante emerge il carattere tutt’altro che “mite” della giovane donna.

La mite di Teatri d’Imbarco è in scena a Trieste nei giorni 11-12-13 novembre 2021 al Teatro dei Fabbri. Dal 18 al 21 novembre al Teatro delle Spiagge di Firenze. Il 25 novembre a Genova (Sala Mercato – Teatro Modena – Teatro Nazionale di Genova) e il 27 al Teatro Corsini di Barberino del Mugello (FI).

la mite fedor dostoevskij

Beatrice Visibelli / Foto da Ufficio Stampa Marzia Spanu.

La mite di Dostoevskij: l’opera

Ispirato a un caso di cronaca, il lungo racconto La mite è stato pubblicato da Fëdor Dostoevskij nel 1876, nel numero di novembre del suo Diario di uno scrittore a cadenza mensile. In Italia è arrivato per la prima volta nel 1919.

Immaginate un uomo la cui moglie, suicidatasi alcune ore prima gettandosi dalla finestra, sia stesa davanti a lui su un tavolo. L’uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri… Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce da se stesso“. Così scrive Dostoevskij nel presentare l’opera ai lettori.

L’uomo, quarantuno anni, ex capitano cacciato dal reggimento con l’accusa di viltà e ora titolare di un banco dei pegni, non è un inveterato criminale, ma come l’Uomo del sottosuolo è divorato dalla rabbia e dal rancore. Ha sposato una sedicenne di umili condizioni e la sua avidità senza scrupoli lo ha portato a considerare la moglie solo una sua proprietà. Il racconto restituisce con sconcertante realismo il suo soliloquio interiore che alla fine, tra contraddizioni, accuse rabbiose e false giustificazioni, lo avvicinerà, poco a poco, alla verità.

Foto fornite da Ufficio Stampa Marzia Spanu.



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web: www.teatridimbarco.it