la natura e la preda

“La Natura e la Preda”, la memoria coloniale in mostra


data: dal 19 marzo al 29 maggio 2022

luogo: PAV - Parco Arte Vivente (Via Giordano Bruno 31), Torino

orario: venerdì 15.00-18.00 / sabato-domenica 12.00-19.00

Il PAV – Parco Arte Vivente di Torino, centro sperimentale d’arte contemporanea, presenta la mostra collettiva La Natura e la Preda. Storie e cartografie coloniali, a cura di Marco Scotini, visitabile dal 19 marzo al 29 maggio 2022.

L’esposizione affronta il tema della memoria coloniale attraverso i lavori di Irene Coppola, Edoardo Manzoni, Daniele Marzorati e Alessandra Messali. Lontano dall’essere una condizione innata, indifferente alle circostanze, l’essere preda è un posizionamento che viene conferito in rapporto ad altri soggetti. È l’oggetto della strategia mirata del predatore. Si può dire che qualcosa diventa preda, e quindi cacciabile, per effetto di un processo di distinzione, gerarchizzazione o esclusione da ordini condivisi.

Per tracciare una teoria della preda è necessario pensare sia alle politiche della rappresentazione, sia ai modi in cui il potere costruisce le identità sociali attraverso la repressione. Rispetto ad altre strategie di conflitto, la caccia non è una lotta tra pari. Ma prevede un disequilibrio originario dato dalla supremazia materiale del cacciatore. Confrontarsi oggi con la memoria coloniale, italiana e non solo, non significa avere a che fare soltanto con un passato dimenticato e rimosso. Le forme di oppressione che pensavamo di aver lasciato ai tempi dello schiavismo, riemergono nelle riconfigurazioni neo-arcaiche spinte dalla potenza delle politiche economiche neo-liberiste.

Preda, che ha la stessa etimologia del verbo prendere, è sempre qualcosa che si acquista con la violenza e la cattura. Ed è un’azione che abbiamo legittimato e attribuito alla natura. Costruire una teoria della preda può costituire uno strumento importante nell’affrontare la drammatica attualità della memoria coloniale. I quattro artisti non sono dei naturalisti, ma archeologi di una storia sociale della natura. Essi indagano lavorando sulle rappresentazioni dell’esotico, della caccia, della sperimentazione coloniale sulle piante.

la natura e la preda

Foto fornita da Ufficio Stampa Lara Facco P&C.

La Natura e la Preda: i progetti artistici

Le scene di caccia, le trappole e i richiami per uccelli di Edoardo Manzoni riflettono sull’estetizzazione della violenza delle immagini prodotte in Africa durante il periodo coloniale. La rappresentazione della “bestia” domata e uccisa, esasperate al fine di rendere la battuta di caccia un’impresa eroica, è funzionale alla caccia grossa come strumento esotizzante, metafora dell’assoggettamento delle popolazioni.

Il progetto di Daniele Marzorati per La Natura e la Preda, a sua volta, ripercorre alcune delle tracce fisiche del rimosso coloniale nel territorio italiano. Una ricerca fotografica che attiva connessioni tra il potere normativo della storia ufficiale e oggetti apparentemente neutrali, guardando al legame tra fascismo, colonialismo e razzismo avvalendosi dei concetti di “razza” e “razzializzazione”, così come espressi da Mellino, ossia la gerarchizzazione attraverso l’ideologia della “razza”, che invisibilmente permane nella struttura sociale italiana.

Emilio Salgari and the Tiger. A story written in far away Italy, set in Guwahati 1870 di Alessandra Messali è il risultato di una ricerca condotta dall’artista tra il 2013 e il 2016 nello stato indiano dell’Assam nell’ambito del Guwahati Research Program (Microclima). Il progetto è un esperimento nel quale le differenze tra testo e contesto riscontrate nei libri di Salgari si utilizzano come strumento per riflettere sulle logiche di rappresentazione culturale e in particolare su cosa significhi essere rappresentati.

Irene Coppola, infine, presenta Habitat 08°N. Un progetto realizzato lavorando a stretto contatto con la comunità indigena di Guna Yala (Panama), in collaborazione con l’architetto Vito Priolo. A partire dalla cultura materiale locale, viene costruito un codice di memoria in grado di raccontare la storia del territorio, datare insediamenti, mappare migrazioni e spostamenti.

Foto fornite da Ufficio Stampa Lara Facco P&C



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