sulla punta della lingua oht

“Sulla punta della lingua”, installazione di OHT a Parma


data: dal 18 settembre al 15 ottobre 2022

luogo: Piazza Guido Picelli, Parma

orario: lunedì-venerdì dalle 18.00 / sabato-domenica dalle 10.00

Sulla punta della lingua (se quel guerrier io fossi!) è la video installazione, dal 18 settembre al 15 ottobre 2022 in Piazza Guido Picelli a Parma, che costringe il pubblico a guardare dove non vuole. L’opera è a cura di OHT – Office for Human Theatre.

Si tratta di una produzione della Fondazione Teatro Regio di Parma nell’ambito della rassegna Verdi Off 2022. La prima tappa di un nuovo progetto che compone un’antologia di fantasmi razzisti ancora nascosti nelle nostre parole. E a cui non si presta abbastanza attenzione.

Installata all’interno di un container, Sulla punta della lingua è un’opera immersiva composta da riprese realizzate in Etiopia, in collaborazione con la regista Meaza Worku, montate successivamente da Anouk Chambaz. La regia è di Filippo Andreatta e il suono di Davide Tomat.

Fondato nel 2008, OHT è lo studio di ricerca del regista teatrale e curatore Filippo Andreatta. Il suo lavoro si occupa di paesaggio e di politica personale sottilmente affrontata nello spazio pubblico e privato. Una realtà di livello nazionale e internazionale, più volte premiata per eccellenza artistica.

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Sulla punta della lingua: dall’ambaradam allo zombie

Nella lingua italiana ci sono parole come ambaradan, che significa una situazione confusa e caotica, una baraonda. Questo perché la sua etimologia fa riferimento al massiccio montuoso etiope dell’Amba Aradan dove, nel 1936, l’esercito italiano compì un atroce crimine di guerra utilizzando armi chimiche.

E c’è la parola zombie, che invece ha origine dal congolese nzumbe, cioè spirito, feticcio. Un termine utilizzato per identificare i lavoratori delle piantagioni caraibiche. Poi, la lingua di Menelik, il fischietto carnevalesco in cui una lunga lingua di carta si srotola soffiandoci dentro, si chiama così per sbeffeggiare l’imperatore etiope Menelik II accusato dai coloni italiani di essere un bugiardo.

Con una prima tappa dedicata alla parola ambaradan, questo nuovo progetto di OHT esplora l’invisibile forma di razzismo ancora presente nella nostra bocca, sulle nostre labbra. Se l’etimologia tradizionale riconduce il senso ultimo della nostra lingua quasi esclusivamente al greco o al latino, Sulla punta della lingua fa emergere invece i fantasmi di un linguaggio creolizzato. Parole ibride, dalla derivazione incerta, che nascondono un’origine mostruosa di cui spesso si è inconsapevoli.

Foto fornita da Ufficio Stampa Lara Facco P&C



tel: nd

e-mail: n.d.

web: www.oht.art