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“Il volto di Karin” a teatro a Rovigo come studio


data: 30 novembre 2021

luogo: Teatro Studio (Viale Antonio Oroboni 4), Rovigo

orario: 21.00

Il volto di Karin – studio è lo spettacolo di Cantiere Artaud, collettivo di ricerca fondato ad Arezzo nel 2016 da Sara Bonci e Ciro Gallorano, in scena al Teatro Studio di Rovigo martedì 30 novembre 2021 alle ore 21. Sul palco Davide Arena, Sara Bonci, Matilde Cortivo, Jo Kezich, per la regia di Ciro Gallorano.

Seconda parte della Trilogia della Memoria, dopo L’eco della falena, Il volto di Karin – studio trasporta la ricerca in un luogo dove il tempo cronologico si ferma e si fa da parte per dare spazio a quello dei ricordi. Lo spettacolo, ispirato alle opere di Ingmar Bergman, sarà per la prima volta in scena sotto forma di studio, come esito di una residenza al Teatro del Lemming.

La Trilogia della Memoria è una ricerca sul tempo come ricordo, memoria felice e traumatica, che si fa assenza e mancanza. Un tempo che scorre e porta via le persone care, che cura e invecchia il corpo, che trasforma le azioni in abitudine. Un tempo che vorremmo possedere con violenza, ma che scivola dalle mani e si fa spesso paura del futuro in quanto ignoto.

Il volto di Karin: lo spettacolo

Il volto di Karin prende il titolo dall’omonimo cortometraggio del regista svedese dedicato alla memoria della madre Karin Åkerblom. Un’elegia iconografica al tempo che scorre e all’importanza di sedimentare la memoria, incarnata dalle fotografie.

Un luogo fisico, una stanza, è l’ambientazione che ospita un non-luogo. Quello del sogno, unico in grado di rompere il tempo cronologico, di ricostruire la realtà del passato e farla coincidere con quella del presente. Nel sogno è possibile percepire come vive alcune persone che non ci sono più, oppure che negli anni hanno mutato aspetto; è possibile avvertire noi stessi giovani, rivivere situazioni o sensazioni passate.

Un’assenza può essere quindi colmata attraverso una realtà fittizia, quella onirica. La memoria è qualcosa di incorporeo, della quale il ricordo è una parte che ha la sua manifestazione privilegiata in un non-luogo, il tempo. Nella realizzazione delle scene sono prese come riferimento le opere dell’artista danese Carl Vilhelm.

L’ultimo capitolo della Trilogia della Memoria è dedicato, invece, ad À la recherche du temps perdu di Marcel Proust.

Foto © Valentina Gnassi fornite da Ufficio Stampa Maresa Palmacci



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