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Un libro sugli affreschi di Luca Signorelli a Orvieto

20 Maggio 2021

Gli affreschi di Luca Signorelli nella Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto (TR) sono considerati la prima rappresentazione artistica della Divina Commedia di Dante Alighieri. Un elogio del capolavoro del sommo poeta, per conservarne e tramandarne un ricordo eterno.

L’opera del maestro di Cortona, vissuto tra il 1445 e il 1523, e il suo rapporto con la cittadina umbra è al centro del libro Luca Signorelli e Orvieto. Storia di un legame speciale di Ettore Della Casa. Un saggio, uscito il 25 maggio 2021 per Intermedia Edizioni, che ricostruisce il percorso artistico e biografico di questo straordinario artista. Una delle personalità più importanti nella transizione tra Umanesimo maturo e primo Rinascimento.

Il volume è un prezioso vademecum alla Cappella di San Brizio (o Cappella Nova) a cui Luca Signorelli viene chiamato a lavorare dai Soprastanti dell’Opera del Duomo nel 1499 dopo l’abbandono improvviso di Beato Angelico che si era impegnato ad affrescare tutta la volta.

Luca Signorelli e la sua influenza

La descrizione artistica delle scene del Giudizio universale, dell’Inferno, della Predica e i fatti dell’Anticristo, del Finimondo, della Resurrezione della carne, del Paradiso consente di cogliere non solo l’eccezionale dimensione artistica degli affreschi, ma di collocarli nella storia dell’arte attraverso un riferimento agli antecedenti delle singole scene.

L’autore ricostruisce anche la dimensione privata di Luca Signorelli, uomo di buon carattere e discreto. Ma anche il periodo storico e la stessa storia della cattedrale di Orvieto. Si sofferma infatti su alcuni passaggi che ne mutarono il volto. Come, ad esempio, la trasformazione manieristica successiva al Concilio di Trento. Quando il vescovo Giacomo Sannesio, imbevuto di puritanesimo tridentino, ipotizzò di coprire le nudità degli affreschi del Signorelli come era avvenuto nella Cappella Sistina.

Gli affreschi orvietani di Signorelli hanno avuto profonda influenza sugli artisti e intellettuali contemporanei successivi. In primis Michelangelo, che fece tappa in Duomo prima di recarsi a Roma per dipingere il suo capolavoro immortale. Ma suscitarono anche la meraviglia di Leonardo Da Vinci e influirono su pensiero e opere di Giorgio De Chirico, Sigmund Freud, Gabriele D’Annunzio e tanti altri.

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