
Podcast: cultura, abitudine e strategia (anche aziendale)
16 Giugno 2025C’è un’abitudine che accomuna milioni di italiani ogni giorno: ascoltare i podcast. Che sia durante una pausa caffè, in auto nel traffico o mentre si sistema casa, il podcast è entrato nella vita quotidiana con naturalezza, diventando un vero e proprio fenomeno culturale.
Secondo una ricerca condotta da Ipsos Digital Audio, nel 2023 11,9 milioni di italiani tra i 16 e i 60 anni hanno ascoltato podcast, pari al 39% degli utenti e il 2024 ha registrato un incremento del 40% degli ascolti su Spotify. Numeri che raccontano un cambiamento profondo. Oggi, infatti, ci si informa, si riflette, ci si intrattiene attraverso un formato che è allo stesso tempo personale, fluido e selettivo.
I dati dimostrano che il 75% degli ascoltatori lo fa da smartphone, il 74% da casa, il 33% in auto. Il podcast non impone orari, non richiede schermo e si adatta ai ritmi delle persone, ai loro momenti, al bisogno di contenuti su misura.
“Per i più giovani, è un po’ come la nuova televisione – racconta Andrea Quilici, co-founder di Hanami, agenzia italiana specializzata in performance marketing – ci si prende il proprio tempo per scegliere contenuti che rispecchiano interessi, valori, identità. La televisione generalista non sparisce, ma scivola in secondo piano. Oggi le vere conversazioni culturali nascono altrove. Ad esempio su YouTube, nei social e, soprattutto, nei podcast”.
Podcast: un nuovo linguaggio per un nuovo marketing
Per chi lavora nel mondo del marketing e della comunicazione, il podcast non è più un contenuto di nicchia. È diventato un vero strumento strategico, al pari di un sito web, una newsletter o una campagna digitale. “Nell’universo del marketing, dove tutto si muove con velocità, saper riconoscere i nuovi linguaggi è fondamentale. Se integrato con intelligenza nella strategia di un brand, il podcast può diventare un canale privilegiato per raccontare un’identità, una visione, un progetto” continua Quilici.
Non a caso, molti podcast oggi nascono già in formato misto, pensati anche per essere fruiti su piattaforme visive. Il confine tra audio e video si fa sempre più sottile e con esso si ampliano le possibilità creative.
Il successo dei podcast rivela anche un cambio generazionale. I più giovani, cresciuti con il digitale, vivono in modo naturale la fruizione multicanale. Scelgono contenuti diversi, li cercano ovunque e li ascoltano nei tempi che preferiscono. Con argomenti sempre più trasversali, dalla politica alla cultura pop, dallo sport al business, il podcast è una piattaforma accessibile e democratica, in cui il contenuto è al centro e la voce diventa connessione. Comunicare bene oggi non è solo una questione di “essere presenti”, ma di essere rilevanti.
“Le aziende non possono più comunicare come 20 o 30 anni fa, se si vuole parlare al nuovo pubblico è necessario usare i loro mezzi, nel loro linguaggio e il podcast è uno di questi”, conclude Andrea Quilici.
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