Restauro lunette di Santa Maria della Quercia, c’è un crowdfunding

20 Ottobre 2020

In corso una campagna di crowdfunding per il restauro delle lunette dipinte del chiostro e della sagrestia della Basilica Santuario di Santa Maria della Quercia, capolavoro del Rinascimento a Viterbo.

La raccolta fondi, sostenuta dal Comune di Viterbo e intitolata Salva la bellezza… adotta una lunetta!, è stata lanciata dalla Parrocchia di Santa Maria della Quercia, in collaborazione con la Pro Loco Viterbo, con cui da anni porta avanti un programma di valorizzazione e di promozione dell’importante complesso monumentale. Per aderire si può accedere alla piattaforma Gofundme DA QUESTO LINK.

Gli anni, l’umidità e le intemperie stanno minando un patrimonio artistico di assoluto pregio: si riscontrano, infatti, danni importanti sia agli affreschi della sagrestia sia alle splendide 26 lunette del Chiostro della Cisterna che i padri domenicani vollero far dipingere proprio per fissare sulle pareti, a imperitura memoria, i miracoli della Madonna della Quercia, a partire dal primo affresco che ricorda il Patto d’amore tra la città di Viterbo e la sua custode, celebrato ogni anno a settembre. Le lunette, di pregevole fattura, furono realizzate grazie alle famiglie viterbesi e allo stesso convento nel corso del ‘600.

Il costo dei lavori di restauro è stimato in 80mila euro, che la parrocchia rendiconterà nella massima trasparenza.

La Basilica Santuario di Santa Maria della Quercia a Viterbo

Monumento nazionale dal 1871, il primo della provincia di Viterbo a ottenere questo riconoscimento, la Basilica di Santuario Santa Maria della Quercia è una perla del Rinascimento italiano, a cominciare dal progetto della Basilica, che reca l’importante firma di Giuliano da Sangallo e presenta analogie con le chiese di Firenze della stessa epoca.

Nel corso dei secoli si sono avvicendate le più importanti firme di architetti e maestranze del ‘500. Nel 1602 il consiglio dei padri domenicani padri domenicani, custodi del santuario dal 1469 al 1932, decise che si dovevano affrescare le pareti del Chiostro della Cisterna – unico nel suo genere racchiudendo in un armonico schema compositivo l’architettura neogotica e rinascimentale –  con le storie dei Miracoli della Madonna della Quercia, dei Santi e personaggi illustri benefattori del Santuario. Fu dato incarico a diversi pittori, Pompeo Carosi, Cesare Nebbia, Pier Francesco Mola e altri di portare a compimento quest’opera raccontando con immagini i momenti salienti della devozione a colei che oggi è la patrona della Diocesi di Viterbo e custode della città.

Nel 1832 nei libri di amministrazione dei Padri Domenicani è presente un compenso di tre scudi ad Angelo Papini per il restauro delle lunette. Angelo Papini viene ricordato nella storia di Viterbo come il primo della famiglia Papini che dal 1820 costruirono la Macchina di Santa Rosa.

La bellissima e pregevole sagrestia, con gli arredi lignei in radica di noce, presenta affreschi a grotesque che in cui sono incastonate scene che raccontano la vita di Maria, realizzati  nel ‘700 dal pittore tedesco Noteler (soffitto) e dal viterbese Tacchini.

La Madonna della Quercia e la battaglia di Lepanto

Uno degli affreschi più significativi da salvare riguarda Papa San Pio V e la battaglia di Lepanto, una delle più celebri della storia, combattuta il 7 ottobre 1571. Nel 1212 San Domenico di Guzman vide la Vergine Maria che gli consegnò il Rosario, come risposta a una sua preghiera, a
lei rivolta per sapere come combattere l’eresia albigese. Fu così che il Rosario divenne l’orazione più diffusa per contrastare le eresie e fu l’arma determinante per vincere i musulmani a Lepanto.

Prima della partenza della Lega Santa per gli scenari di guerra, San Pio V benedisse lo stendardo raffigurante, su fondo rosso, il Crocifisso. Proprio lo stendardo raffigurante il crocifisso insieme all’immagine della Madonna, issato sulla nave ammiraglia Real, sarà l’unico a sventolare in tutto lo schieramento cristiano quando, alle grida di guerra e ai primi attacchi turchi, i militi si uniranno in una preghiera accorata. Il trionfo fu attribuito all’intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, nel 1572, istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata da Gregorio XIII in Madonna del Rosario.

Proprio in occasione di questa storica vittoria, con una solenne cerimonia, furono donati al santuario di Viterbo, portate in dono da Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V, che capitanava la flotta cristiana, un vessillo di una nave turca e uno di una nave di appoggio alla flotta turca. Un dono ed una testimonianza che attestano l’importanza storica e culturale dell’edificio, anche oltre i confini nazionali, e che lo rende uno dei più grandi ed importanti santuari mariani europei.