la scheggia di vetro milano

Archiviaggiando – La scheggia di vetro

28 Ottobre 2020

È un grattacielo, sì, ma la sua forza non risiede nella comunque ragguardevole altezza di 120 metri, bensì nella pressoché completa autosufficienza energetica.

Gioia 22, o come in molti già lo chiamano a Milano, la “scheggia di vetro”, è infatti il primo edificio di grandi dimensioni costruito in Italia a rispettare i parametri NZEB (Nearly Zero Energy-consumption Building, ovvero a consumo energetico – e dunque inquinamento – vicino allo zero). Doveva essere pronto entro la fine del 2020, ma la situazione generata dalla pandemia di Covid-19 ne ha ritardato i lavori, che si dovrebbero concludere per l’inizio del 2021.

Progettato dall’architetto britannico Gregg Jones, la “scheggia” deve in parte la sua forma a cuspide alla conformazione del tessuto urbano, ma anche e soprattutto all’esigenza di ottimizzare la luce solare che nutre gli oltre 225.000 moduli fotovoltaici, distribuiti su una superficie di 6.000 metri quadrati. Grazie a essi il Gioia 22 potrà contare su un fabbisogno energetico ridotto del 75% rispetto agli altri grattacieli del capoluogo lombardo.

I 26 piani dell’edificio (altri quattro sono interrati) beneficeranno inoltre di un’illuminazione Led intelligente che si attiverà solo in assenza di luce solare, peraltro abbondante visti i tripli vetri che ricoprono interamente le facciate. Anche riscaldamento e rinfrescamento saranno ecologici, e dipendenti da un sistema ad acqua di falda. Il tutto contribuirà ad accrescere i benefici urbani della struttura, che addirittura raddoppiano se si considera stia sorgendo al posto di un palazzo che, una volta abbattuto, ha consentito la rimozione di oltre 200 tonnellate di amianto.

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