Tea or coffee?

25 Giugno 2018

Ci siamo. Sanno che colpiremo, ma non sanno dove, il ricatto prosegue e l’opinione pubblica è spaventata, dice «pagate, date loro quei maledetti soldi». Abbiamo già ucciso 26 persone, secondo il nostro studio quando arriveremo a cento il governo di questo paese, che pure ha vissuto guerra sanguinose, periodi di povertà e ha una popolazione abituata al sacrificio e al rigore, cederà. Pagheranno.

Oggi è il mio turno. Sono vestito come un normale turista, bermuda, infradito e camicia a fiori. All’entrata della fermata della metro controllano gli zaini. Il livello di allarme è alto, ma gli addetti alla sicurezza, dopo molte ore, sono disattenti. Hanno aperto il mio zaino, ma non hanno notato il doppio fondo. Ho una maschera antigas che mi salverà quando sul treno della metro diffonderò la sostanza velenosa. Scelgo il vagone, mi metto in fila e con questa decisione sto scrivendo la condanna a morte di chi è in coda con me. Mi guardo intorno: a chi il caso, la mia scelta e la sua scelta toglieranno la vita in una afosa mattinata? Un tizio mi spintona per passarmi avanti: ha i capelli tinti per celare il bianco, telefonino di quelli che non si vedono più, a conchiglia, ogni tanto l’osserva da molto vicino, quasi sbattendo la faccia su display. Borbotta frasi incomprensibili, si siede alla sinistra del vagone. Resto in piedi.

A destra una coppia di ragazzi: lei minuscola ha un abito verde pistacchio, scarpe lucide nere, capelli colorati di rosso scuro e legati con due code quasi fosse una bambina. Porta piccoli occhiali, tiene stretto il ragazzo, se lo accarezza, intuisco un tono di voce dolce, acuto e soffocante. Non è mai stata la più bella della classe e ora coccola il ragazzo che ha trovato. Lui sorride, dice sempre sì, ogni tanto fa qualche battuta, lei ride più del dovuto. Ha gli occhiali tondi che monopolizzano il viso e una maglietta con scritto Puma, è tra l’imbarazzato e il raggiante perché finalmente ha una ragazza con la quale, probabilmente, fa il sesso che prima ha solo sognato. Mi spiace, ragazzo, ma tutta questa fortuna sta per finire, tutte le fantasie che vuoi realizzare, dimenticale.

Con un trolley sale una giovane donna, vestita di rosso, pantaloni e camicetta, occhiali da sole. Ha labbra pronunciate e corpo filiforme, ma tutto quel rosso è solo la divisa di una compagnia aerea low cost popolare da queste parti: sta andando alla stazione dove si prende il treno per l’aeroporto. Alza gli occhiali da sole e controlla lo smartphone, avvolto in una cover di Hello Kitty. È bella, ma non sembra particolarmente intelligente. Mi spiace, cara, se ti relego in uno stereotipo, ma conta poco, tutto sta per finire anche per te. Appartato c’è infine un ragazzo con i capelli a caschetto, molto molto grasso, cosa non comune da queste parti: gli occhi che sembrano due fessure, ha una maglietta di Thor e bermuda viola, le cuffiette e sta guardando un film sullo smartphone, se non fosse proibito si sarebbe portato anche un pacchetto di patatine.

Ecco, signori, mi spiace, sta per finire tutto, mentre il tizio con il telefonino a conchiglia blatera cose senza senso, mentre la ragazzina s’inumidisce un dito con la saliva e poi, ridendo ma provocatoria, lo passa sui capelli del fidanzato che sorride nervoso ma eccitato, mentre la giovane donna vestita di rosso controlla che il trucco sia perfetto usando lo smartphone come specchio, mentre il ragazzo molto, molto grasso abbassa la maglietta di Thor che non riesce a coprirgli tutto il ventre, io m’inginocchio, apro lo zaino, preparo il veleno e la maschera antigas.

Guardo per l’ultima volta la ragazzina, ma non c’è più, solo ora la vedo proprio di fronte a me, mi sferra un calcio al viso, urla una frase per me incomprensibile, tento di recuperare la sostanza velenosa, ma arriva il fidanzato, vedo i suoi occhiali tondi, con una forza e una velocità inaspettate mi afferra il braccio, me lo piega, e mi tiene a terra. Il tizio con il cellulare a conchiglia urla qualcosa nel telefono, in realtà è un walkie-talkie. Deve essere il capo, ordina ai due finti fidanzatini di trattenermi a terra. Il treno arriva in stazione, decine di agenti mi aspettano.

Ciò che non sanno è che avevamo pensato ad evenienze di questo tipo, sono addestrato a liberarmi, ho una lama in una scarpa e riesco a colpire il ragazzo con gli occhiali tondi, che molla la presa, afferro lo zaino e recupero una pistola, li minaccio, lasciatemi andare o sarà una strage, urlo in inglese. È in quel momento che vengo colpito, con un lancio precisissimo, alla testa da uno smartphone. Cado a terra e vedo in lontananza, il vestito rosso. Adesso mi tengono a terra sia la fidanzatina, sia il tipo con la maglietta xxl di Thor, vedo che la giovane donna con la divisa della compagnia aerea si fa sempre più vicina, mi sferra un calcio nelle parti basse. «Tea or coffee?» mi chiede.

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