“Ed è coffee break signori!” Questi dieci anni trascorsi da Boris – Il film all’annuncio di una quarta stagione me li immagino così. Come un lungo coffee break chiamato da Duccio.
Perché Boris non è mai finito, ha continuato a vivere nei meme, nelle battute, in noi. Perché è tutto quello che siamo ma che abbiamo paura a confessare di essere.
Se fossi tra quelli che ancora non la conoscono, Boris è una serie cult andata in onda dal 2007 al 2010 (con un film sequel nel 2011), con protagonista Francesco Pannofino e che porta in scena in maniera grottesca e dissacrante il dietro le quinte di un set televisivo.
La quarta stagione arriverà tra fine 2021 e inizio 2022 sulla piattaforma Disney+, all’interno del catalogo Star. Sarà composta da 6 episodi da 30 minuti ciascuno. Gli autori sono Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo (purtroppo orfani del compianto Mattia Torre) e la trama, raccontata direttamente da Disney+, recita: “La quarta stagione racconterà il ritorno della storica troupe su un set. Intanto, però, il mondo e la televisione sono cambiati. A dettare legge sono i social, gli influencer e le varie piattaforme streaming”.
Una lista dei tormentoni lanciati dalla serie (“dai, dai, dai”, “genio!”, “F4 basito”, “smarmella”, “in Italia fa tutto Favino”, solo per citarne alcuni) e degli attori passati durante le stagioni (Valerio Mastandrea, Valentina Lodovini, Giorgio Tirabassi, Corrado Guzzanti, Marco Giallini, Paolo Sorrentino) sarebbe lunga come l’attesa degli straordinari d’aprile. E sarebbe decisamente una cosa troppo italiana.
Però ridurre Boris a mera parodia della tv italiana sarebbe, oltre che sbagliato, estremamente riduttivo. Perché Boris è la metafora dell’Italia: estrema, grottesca, a tratti senza senso, pungente e profonda, che ti fa innamorare di lei a poco a poco, quasi senza accorgertene. Inutile dire che l’hype per il ritorno di René Ferretti e la sua troupe sia alle stelle e con la convinzione che la quarta stagione sarà allo stesso tempo bella e brutta, spiazzante e accogliente, innovativa e piena di cliché. Insomma, semplicemente Boris.
E allora, in attesa del suo arrivo, non mi resta che dire “Motoreiiii…azione!”