sant'angelo paese delle fiabe

“Sant’Angelo paese delle fiabe”, come far rinascere un borgo

11 Dicembre 2017

A volte basta poco. Un’idea valida, un po’ di arte, fantasia e sensibilità: è nato il progetto Sant’Angelo paese delle fiabe. E così un minuscolo e dimenticato borgo della Tuscia, in un modo inusuale, potrebbe tornare a rivivere, a suscitare un minimo di attrazione sia per i turisti sia per i viterbesi che non lo conoscono.

sant'angelo paese delle fiabeIl centro abitato in questione è Sant’Angelo di Roccalvecce, in quell’area della Teverina che fa parte del Comune di Viterbo, di cui è frazione, al pari di Grotte Santo Stefano, Montecalvello, Vallebona e della dirimpettaia Roccalvecce. Qui l’artista Tina Loiodice, su impulso dell’associazione culturale ACAS presieduta da Gianluca Chiovelli, ha avviato il progetto Sant’Angelo paese delle fiabe inaugurando il primo di vari murales che daranno una nuova immagine al paese, rivitalizzando le sue silenziose stradine.

Sant’Angelo: fuori del tempo

Sant’Angelo di Roccalvecce è veramente fuori mano, e fuori del tempo. Ci devi andare di proposito. Si trova in una zona profondamente rurale, tagliata fuori dalle principali arterie stradali, ormai scarsamente popolata in un mondo che va sempre più di corsa e lascia indietro i piccoli borghi e tutte le storie che conservano.

Non ha monumenti di interesse turistico ed è difficile persino trovare delle notizie storiche su internet, a differenza di Roccalvecce che comunque può vantare il Castello Costaguti. Di Sant’Angelo si parla giusto qualche giorno a inizio giugno, quando viene organizzata una piccola sagra delle ciliegie, la principale produzione agricola del circondario di cui la vicina Celleno, altra perla nascosta, è portabandiera. Ma anche Sant’Angelo ha una memoria da preservare: a breve uscirà un libro realizzato dai Civita Writers che indagherà gli ultimi luoghi del tempo perduto e presenterà quattro ritratti di santangiolesi storici scritti da Emiliano Macchioni.

Inoltre, usando un eufemismo, si può dire che Sant’Angelo non sia esattamente in cima all’agenda dell’amministrazione comunale di Viterbo, da cui dipende. Per inciso: non ci si accorge che Viterbo potrebbe fare turismo addirittura sfruttando solo le sue frazioni e aree archeologiche e naturali presenti sul territorio di pertinenza – La Quercia, Bagnaia, San Martino al Cimino, Norchia, Ferento, Acquarossa, Montecalvello e appunto Roccalvecce e Sant’Angelo – “lasciando perdere” il centro storico… Chiusa parentesi.

Rinascere con la fantasia

Per attirare qualche attenzione verso questo posto, c’era dunque bisogno di un’idea innovativa e coinvolgente, in grado di arrivare alle menti e ai cuori di tutti: cosa di meglio, allora, della fiaba, manifestazione del pensiero umano con cui si fa conoscenza fin dai primi anni delle nostre vite? Il progetto Sant’Angelo paese delle fiabe consiste in una serie di murales che hanno come tema portante proprio la fiaba, intesa nel suo senso più alto: La piccola fiammiferaia, Pinocchio, Il gatto con gli stivali, Cappuccetto Rosso, ma anche le fiabe popolari raccolte da Italo Calvino, le creazioni di Emma Perodi e Gianni Rodari, le leggende classiche, i racconti più noti del fantastico europeo. Un itinerario artistico, storico e letterario che coinvolgerà tutti, grandi e piccoli, turisti e curiosi.

Alice a Sant'Angelo di RoccalvecceL’intento principale – spiegano dall’associazione ACAS. che ha fornito materiali di lavoro, colori e logistica e che è da tempo impegnata per la rinascita di Sant’Angelo – è quello di riscattare urbanisticamente il piccolo borgo con un progetto a impatto zero (nulla di nuovo è costruito: solo restaurato e abbellito), di rianimare l’economia locale e divenire, inoltre, un punto di riferimento per tutti gli artisti e artigiani della provincia e della regione (scultori, street artist, pittori, lavoratori della pietra, del metallo e del legno)“.

Si parte con Alice

L’artista Tina Loiodice, curatrice della galleria Spazio 40 a Roma, è già nota per numerose sue creazioni su muro sia a Roma (stazione Giustiniana e San Giovanni, Pineta Sacchetti, Primavalle, Monte Mario, Cesano) sia fuori della capitale (Castelgandolfo).

A Sant’Angelo di Roccalvecce il primo murale ha richiesto dieci giorni di lavoro a cavallo tra novembre e dicembre 2017 e l’opera è dedicata al romanzo di Lewis Carroll, Alice nel paese delle meraviglie, e vede coinvolti oltre ai suoi personaggi ed elementi (il Bianconiglio, Alice, l’orologio, le carte) anche i bambini di Sant’Angelo che sono stati ritratti mentre tolgono il telo e scoprono sé stessi come protagonisti di una dimensione diversa dalla realtà: quello della fiaba, appunto, e dei suoi misteri. L’orologio del Bianconiglio è posizionato sulle 11.27, ora di inizio della realizzazione dell’opera il 27 novembre.

Un murale – concludono i responsabili di ACAS – che vale anche quale introduzione all’intero progetto riassumendo un concetto semplice e profondo: le fiabe nascono dalla realtà, ma ne rappresentano, al tempo stesso, un’alternativa più ricca, complessa, gioiosa e immaginifica. Questo è solo il primo passo. Col tempo, e con l’aiuto che chiunque vorrà darci, trasformeremo il paese in un luogo dove poter sognare come in questi tempi natalizi“.

Segni di vita, dunque, da Sant’Angelo di Roccalvecce. Sant’Angelo paese delle fiabe, a cui si augura un completamento in ogni sua parte e una sua successiva promozione, è una dimostrazione che anche a Viterbo – dando spazio alle idee di qualità, all’impegno delle persone e anche un po’ alla fantasia che non guasta mai – è possibile far uscire dall’oblio pure gli angoli più nascosti del suo territorio. Le istituzioni ne prendano atto.

Francesco Mecucci