
“Il mio Rembrandt” nei cinema di tutta Italia
data: 6-7-8 giugno 2022
luogo: Luoghi vari
orario: orari vari
Un’indagine inedita sul grande maestro olandese del Seicento che continua a scuotere il mondo dell’arte. Il mio Rembrandt, docufilm della regista Oeke Hoogendijk, è in programma nelle sale cinematografiche di tutta Italia, attraverso il circuito Nexo Digital, lunedì 6, martedì 7 e mercoledì 8 giugno 2022.
Il mio Rembrandt presenta un mosaico di storie avvincenti in cui la passione sfrenata per i dipinti dell’artista porta a sviluppi drammatici e colpi di scena inattesi. Mentre collezionisti d’arte come Eijk e Rose-Marie De Mol van Otterloo, l’americano Thomas Kaplan e lo scozzese Duca di Buccleuch mostrano il legame speciale che hanno con i “loro” Rembrandt, il banchiere Eric de Rothschild mette due Rembrandt in vendita, innescando una dura battaglia politica tra il Rijksmuseum e il Louvre.
Il film segue anche l’aristocratico mercante d’arte olandese Jan Six sulle tracce di due “nuovi” dipinti di Rembrandt. Uno snervante viaggio di scoperta che pare la realizzazione del suo più grande sogno d’infanzia. Ma quando è accusato di avere violato l’accordo con un altro mercante d’arte, il suo mondo collassa. Seguendo tutte queste storie, mostra cosa rende il lavoro del pittore olandese così speciale e perché le sue opere tocchino le persone tanto profondamente.
L’elenco delle sale aderenti è disponibile QUI.
Il mio Rembrandt: le parole della regista
Spiega la regista Oeke Hoogendijk: “C’è qualcosa di curioso in Rembrandt; è come se il suo lavoro avesse una veridicità, un’emotività e un’empatia così straordinarie che chiunque guardi un suo dipinto vada alla ricerca di se stesso. Questo è ciò che lo ha reso così speciale anche per i cittadini della Amsterdam del XVII secolo che facevano la fila per farsi ritrarre da lui: Rembrandt ha guardato sotto la superficie e ha mostrato chi fossero veramente le persone che disegnava. Non lusingava i suoi committenti, pur avendo un occhio per la vanità e la raffinatezza dell’ambiente sociale che dipingeva“.
Continua: “Rembrandt ha applicato questo metodo senza pietà anche a se stesso. I suoi autoritratti, specialmente quelli tardi, sono esplorazioni incredibilmente oneste del tributo psicologico che paghiamo nel corso delle nostre vite. Nei suoi ultimi ritratti, Rembrandt pare rassegnato. Sembra voler dire: accettami come sono. Il suo modo di dipingere ti fa capire che la vita non è perfetta e che ognuno ha i suoi difetti e questo è ciò che ci rende umani. È così che, dal XVII secolo, Rembrandt alza uno specchio per noi contemporanei, uno specchio che stuzzica e solletica. Come ha giustamente messo Taco Dibbits: Rembrandt è un omaggio all’umanità”.
Foto fornite da Ufficio Stampa Nexo Digital Luana Solla