Lucia lo ascoltava accennando il solito sorriso a metà tra l’ironico e l’intenerito. Flavio le raccontava che finalmente aveva terminato il romanzo. «Non lo pubblicherà mai nessuna casa editrice, ma non mi importa, era una sfida con me stesso, però mi piacerebbe che tu lo leggessi».
Le allungò un plico e le accarezzò i capelli. Lucia sussurrò: «Certo che lo leggo». Non fu così. Trascorsero i mesi e Lucia non lesse il romanzo. Flavio non le chiese nulla. Eppure, lei era innamorata di lui. Inspiegabilmente, avrebbero detto in molti, perché era una ragazza dal fascino insolito e da una combinazione di lineamenti dolci e curve prosperose mentre Flavio era goffo e rotondo. «Senza di te io morirei» disse anche quella notte Lucia a Flavio. Aveva il plico nella borsa, gli aveva assicurato «vedrai, questa volta inizio davvero a leggerlo». «Non importa, dai».
Il giorno dopo Lucia era di nuovo a casa di Piero. Vi trascorreva una notte alla settimana. A Flavio raccontava che tornava dai genitori. Invece, si concedeva una notte di sesso differente da quello prevedibile con il fidanzato. «Dovresti smetterla con la palestra e tagliarti questi capelli» scherzava Lucia, ma in realtà Piero le piaceva proprio così. Quella notte, però, dopo essersi spogliato, Piero, forse a causa della vodka, pronunciò le parole sbagliate: «Come sta lo sfigato?». «Che vuoi dire?». «Il tuo fidanzato». Lucia scagliò un bicchiere contro il muro: «Non ti devi permettere, io amo Flavio. Ma tu che ne sai di sentimenti?». Pierò capì di avere esagerato e non domandò, come sarebbe stato naturale, «ma se lo ami perché trascorri la notte con me?». Lucia proseguì: «Tu devi capire che sto qui con te solo perché scopi bene. Ma per me Flavio è tutto, non ti devi permettere di offenderlo. Non sei nulla. Anzi, per me sei un vibratore».
Piero tacque, si tenne dentro il dolore causato da quella frase. Non le spiegò che, anche se si accontentava di un giorno di sesso alla settimana, era innamorato di lei. Andò in cucina, versò nel lavandino la vodka. Vide una macchia bianca sul pavimento. Era il plico del romanzo di Flavio, caduto dalla borsa di Lucia. Lei una volta gliene aveva parlato, gli aveva spiegato quanto si sentisse in colpa per non averlo mai letto. Con sadismo, per verificare quanto fosse un fallito l’uomo di Lucia, sfogliò le prime pagine. Ne fu catturato e mentre Lucia dormiva nell’altra stanza, trascorse la notte a leggere.
Era la storia di un soldato che preferisce andare a morire in guerra per non vedere ogni giorno la donna che ama insieme ad un altro. Molte frasi gli restarono in mente. Tre giorni dopo, senza dire nulla a Lucia, decise di incontrare Flavio. Sapeva che lavorava in una concessionaria d’auto, andò a chiedere informazioni su un Suv. Piero era bravo a legare con le persone. Anche se le due personalità erano opposte Piero e Flavio divennero amici. Si scambiavano messaggi su WhatsApp sul basket, andarono a Milano a vedere una partita insieme. Piero sentì di volere bene a Flavio, era l’amico che aveva sempre cercato e lo conosceva nel profondo grazie al suo romanzo. Per alcuni mesi Lucia non seppe nulla, anche perché Piero a Flavio si era presentato con il cognome della madre. Lucia sapeva solo che Flavio aveva un nuovo amico e, anche se non lo aveva mai incontrato, le faceva piacere perché il fidanzato era sempre stato un tipo solitario.
Si realizzò un imprevedibile equilibrio: Flavio era felice per avere trovato un nuovo amico, quasi un fratello, e perché Lucia era affettuosa. Piero era felice perché non aveva perso Lucia e continuava a vederla, sia pure una volta alla settimana e solo per il sesso, mentre sentiva di avere in Flavio un amico a cui voleva bene. Lucia era felice perché amava Flavio e lo vedeva meno cupo con il nuovo amico e non aveva dovuto rinunciare al piacere con Piero, divenuto più sensibile e rispettoso. Né Lucia, né Piero si sentivano in colpa, i loro sentimenti – amicizia e amore – erano sinceri.
Un giorno tutto fu travolto da una tempesta sfortunata. Piero chiese a Flavio di risolvergli un problema dello smartphone, senza sapere che alcune foto erotiche che inviato via WhatsApp a Lucia erano rimaste in memoria. Senza volerlo, per caso, Flavio ne vide una, la peggiore: Lucia nuda ubriaca, Piero vicino a lei. Flavio non disse nulla, inviò la foto al suo cellulare e poi la mostro a Lucia. Il triangolo esplose, Flavio odiò Lucia e Piero, Lucia odiò Piero e perse Flavio, Flavio perse entrambi. Quattro mesi dopo Piero, Lucia e Flavio sono sullo stesso aereo diretto a Barcellona. Ridono, Flavio tiene la mano di Lucia, Piero li prende in giro. È stato lui, una settimana dopo la tempesta, a implorarli perché tutto tornasse come prima. Era disposto a rinunciare al sesso con Lucia, ma non alla loro amicizia. «Ho solo voi». Piero era bravo con le parole. Ma forse loro non aspettavano altro che essere convinti.