Come nasce il gruppo?
L’idea di formare la band nasce nelle aule di liceo di Terni, da tre ragazzi con la stessa passione frequentanti la stessa classe: Ludovico Rughetti, futura voce principale, Francesca Stefanini, violinista, e Federico Ceriola alle chitarre. Sì aggiungono immediatamente i fratelli di Federico, Marco alla batteria e Claudia al Sax, insieme al bassista Daniele Della Sala. La formazione si evolverà con il tempo attraverso l’ingresso del percussionista e fisarmonicista Paolo Antonelli prima, e la sostituzione del violino e del sax con il flauto di Isabella Lozzi poi.
E la scelta del nome Tribù Nahars?
Interamnia Nahars è il nome dell’antica civiltà ternana. Essendo una band folk, ci piaceva trovare qualche riferimento folkloristico legato al territorio, nonostante sia un nome non facilissimo da ricordare. Tribù ci sembrava rispecchiasse al meglio il legame di amicizia tra noi, oltre a suonarci particolarmente bene con Nahars.
Il vostro genere è all’incrocio tra il cantautorato tradizionale e la folk music. Da cosa traete le vostre ispirazioni e qual è il vostro percorso musicale?
Abbiamo tutti percorsi musicali diversi, dall’autodidatta a ben tre membri che frequentano il conservatorio. Il cantautorato italiano ci mette un po’ tutti d’accordo, il filo conduttore potrebbe essere quello. Traiamo ispirazione dalla musica che ognuno di noi ascolta, quindi ci sono varie influenze.
Il Nido è il vostro ultimo ep uscito recentemente, che ha dato vita anche al tour Fuori dal Nido che vi vede in giro per tutta l’Umbria. Ce ne parlate?
È più di un anno che volevamo abbandonare il classico percorso delle cover band. Alcuni di noi sono riusciti a scrivere pezzi molto interessanti, così abbiamo lavorato duramente per arrangiarli e trovare un nostro particolare sound. Il Nido è l’ambiente immaginario dove tutti ci sentiamo protetti e al sicuro dalle paure, ma allo stesso tempo non ci permette di evadere ed affrontare ciò che realmente si vuole fare, abbandonandoci definitivamente alle nostre abitudini. Le tracce dell’ep parlano di personaggi che sono, appunto, riusciti ad evadere, rinunciando alla protezione ed alla sicurezza per diventare ciò sognavano.
Un sogno nel cassetto?
Ognuno di noi ha sogni nel cassetto, magari diversi l’uno dall’altro. Sicuramente quello che ci accomuna è l’obiettivo di far arrivare la nostra musica a più persone possibili.
Tre canzoni chiave?
Difficile scegliere solo tre pezzi, ma credo che sul podio abbiamo: In un giorno di pioggia dei Modena City Ramblers, Canzone per un’amica di Francesco Guccini e Terra Libera, ultima traccia del nostro ep. Rappresentano tutte e tre dei passaggi fondamentali per il nostro percorso musicale.
Progetti per il futuro?
Per adesso raccogliamo i frutti di questo lavoro, che ci ha permesso di suonare su numerosi palchi in questo periodo. L’intento poi è quello di continuare a scrivere la nostra musica.
Eleonora Anzini
TRIBU’ NAHARS
Ludovico Rughetti: voce principale, chitarra
Federico Ceriola: chitarra solista, voce
Claudia Ceriola: sax, voce
Isabella Lozzi: flauto, voce
Daniele Della Sala: basso, voce
Marco Ceriola: batteria, percussioni
Paolo Antonelli: percussioni, voce
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www.facebook.com/tribu.nahars