Le opere di Gianluigi Colin in mostra a Milano
data: dall'8 febbraio 2024 al 3 marzo 2024
luogo: Building (Via Monte di Pietà 23), Milano
orario: martedì-sabato 10.00-19.00
Gianluigi Colin espone al Building di Milano fino al 23 marzo 2024, con la personale Gianluigi Colin. Post Scriptum, a cura di Bruno Corà. Una selezione di 34 opere inedite che mettono in luce la potenza espressiva dell’autore.
Tali lavori di grandi dimensioni sono stati realizzati appositamente per l’occasione. Sono il frutto di una ricerca concettuale iniziata nel 2011. Da molti anni l’artista si concentra sul dialogo tra immagini e parole: in particolare, il centro del suo lavoro è il sistema dei media, la dimensione del tempo e il valore della Memoria.
Con Gianluigi Colin. Post Scriptum, l’artista presenta una nuova sequenza di opere astratte, cariche di sedimentazioni cromatiche, di striature ripetute, di campiture dilatate nello spazio. La particolarità di questi lavori risiede nella loro stessa tecnica d’origine. L’artista, infatti, si appropria di grandi tessuti utilizzati per pulire le rotative di quotidiani e di stabilimenti di arti tipografiche: una ricerca concettuale che si fonda sulla storia personale dell’artista.
Le opere di Gianluca Colin, simbolici “stracci di parole”
Il repertorio delle opere in mostra presso Building svela le diverse anime di Colin. Questi lavori nascono tra la materia della realtà tipografica, portatrice della memoria di anni di notizie, intrisa di inchiostri tipografici ed energie collettive. Simbolici “stracci di parole”: il grado zero di ogni forma di scrittura. Dipinti che interpretano emblematicamente lo zeitgeist, lo spirito di un tempo contemporaneo, incline a rimuovere più che a memorizzare tanto le parole quanto le immagini. Questi elementi, invece, nelle opere dell’artista, appaiono dissolte e trasformate in un seducente insieme di colori, di segni, di venature azzeranti lo spazio e il tempo.
“Ho sempre pensato alla responsabilità dell’artista di fronte alla Storia – dichiara Colin – L’insieme dei miei lavori, volutamente scelti per questa mostra dai toni drammatici, con rossi intensi, sfumature di nero, striature nere su fondi bianchi o azzurri, si presentano come simbolo di un oblio incombente, inquietante e minaccioso. Un senso di costante indifferenza e dimenticanza che purtroppo appartiene al momento storico che viviamo. Le mie opere si confrontano con uno spazio interiore, ma parlano di una dimensione collettiva”.
In questo senso, il titolo della mostra, Post Scriptum, lascia spazio a un’evocazione che coinvolge la stessa identità dell’artista. Da una parte l’autenticità della ricerca che proviene dal mondo delle parole, della stampa, dell’informazione, degli inchiostri, dunque dalle scritture. Dall’altra una nota di aggiunta alla lunga e ricca storia artistica dell’autore.
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Foto © Ilaria Maiorino da Ufficio Stampa ddlArts