Body Evolution – I Battenti di Verbicaro – parte I

28 Ottobre 2020

Nella moderna società tecnologica abbiamo attuato un processo simbolico di rimozione della morte dalle nostre vite: la morte è diventata un tabù da cui rifuggire.

Jean Baudrillard, filosofo e sociologo contemporaneo, sosteneva che una delle tragedie del nostro tempo è che la morte non è più concepita come una parte essenziale della vita, ma come un incidente di percorso, creando così un corto circuito simbolico: eliminando la morte dalle nostre vite, in cambio della sicurezza, abbiamo reso la nostra stessa società morta. “Tutta la nostra cultura tecnica crea un ambiente artificiale di morte”, sosteneva.

Allo stesso tempo Fakir Musafar asseriva che il rituale corporeo, con la sua costrizione, con la sua forza magica fatta di dolore e mistero, ci avvicina alla morte e questo è necessario per riscoprire l’essenza della vita stessa: è passando attraverso la morte, attraverso la sua concezione e le sue sensazioni, che è possibile una rinascita.

Un salto nel buio che ci porta in una dimensione metafisica in cui non esistono più sicurezze sociali ma dove è possibile riconnettersi con l’essenza reale del proprio se. Riscoprire rituali corporei dimenticati può, dunque, allargare la nostra visione delle cose.

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