Siamo nel 1985 e abbiamo incontrato Ateru 上げ劣り.
Partiamo dalle tue origini artistiche: quando hai iniziato a interessarti alla musica e cosa puoi dirci del tuo percorso artistico?
Da bambino ero vittima della musica che ascoltavano i miei genitori: Claudio Villa, Mina e Celentano, roba anni ‘60 insomma. La mia indipendenza musicale è iniziata intorno al 1973, quando comprai il mio primo 45 giri, Superstition di Stevie Wonder. Da quel giorno ho scoperto l’esistenza di una musica diversa, più ritmata, più divertente. Un altro grande passo è stata la scoperta di Grandmaster Flash & The Furious Five, la cultura hip-hop e dei Kraftwerk. Mi sono così innamorato dei sintetizzatori, della nuova musica elettronica e della new wave. Tutto questo è confluito in Ateru 上げ劣り.
Con la tua musica abbracci un genere particolare, la vaporwave anni ’80. Ce ne parli?
Faccio vaporwave anni ’80 perché sono gli anni che stiamo vivendo, è il 1985, non posso fare vaporwave 2049! Comunque la vaporwave è il nuovo punk, non quella robetta inglese di Sid Vicious e compagni uscita qualche anno fa. È libertà musicale allo stato puro: cosa c’è di più punk di prendere brani di altri artisti, smembrarli, rallentarli e ricostruirli, mischiando il tutto per formare una nuova canzone?
Per comporre adotti un processo davvero singolare: come nascono i tuoi brani?
Il mio processo creativo nasce dal giradischi e dai vinili, dai quali campiono parti di brani di artisti differenti: rallento, metto a tempo i campioni e li arrangio. Successivamente aggiungo i synth e il basso, mixando il tutto con un Tascam Porta One, lo stesso con cui Springsteen ha fatto Nebraska.
Raggiungere un proprio stile e identità: quanto è importante per te?
Mah, le identità sono figlie del proprio tempo. Chiamateci “paninari”, chiamateci “yuppies”. A me, per esempio, piace portare l’orologio sopra il polsino, ma anche le camicia hawaiana: Tom Selleck è il mio mito!
Un sogno nel cassetto?
Trovare nel cassetto un biglietto per Ritorno al futuro, se ne parla molto bene, io ancora non l’ho visto. Mi piacerebbe trovare anche nuovi vinili freschi freschi. Attendo il nuovo di Venditti e si fa un gran parlare di quello dei Duran Duran. Un vero sogno sarebbe poter scrivere una canzone per Scialpi, forse uno degli artisti più sottovalutati del nostro tempo.
Tre canzoni chiave per te?
Potrei farti un elenco infinito, comunque tra le nuove uscite mi hanno colpito molto Ci stiamo sbagliando di Luca Carboni, un cantautore giovane e innovativo, Holding back the years dei Simply Red, una band al primo album che promette benissimo, e Notte prima degli esami di Antonello Venditti, un inno generazionale.
Progetti per il futuro?
L’uscita del mio primo album a cui sto lavorando insieme a Unison Apollo, un producer incredibile che ha già collaborato con Marcella Bella e Umberto Smaila. Il mese scorso ho scommesso al Totocalcio la vittoria del campionato del Verona, se ci prendo mi farò il giro del mondo in barca, per trovare nuove ispirazioni.
Eleonora Anzini
Ateru上げ劣り
Giradischi, campionatore, synth, drum machine, basso
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