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A Viterbo le reliquie dei santi domenicani

21 Giugno 2021

Le reliquie dei più importanti santi domenicani tornano, dopo quasi novant’anni, nel luogo in cui erano originariamente conservate. Si tratta del Santuario di Santa Maria della Quercia, a Viterbo, officiato dall’ordine domenicano fino al 1932.

Infatti, i frati Gerard Francisco Parco Timoner III, maestro dell’ordine domenicano e Antonio Coccolichio, rettore del Santuario di Santa Maria Sopra Minerva di Roma, hanno fatto dono al santuario della città dell’Alto Lazio delle reliquie di alcuni dei maggiori santi della storia della Cristianità. Tutti al cosiddetto ordine dei frati predicatori.

Si tratta delle reliquie di San Domenico di Guzman, fondatore dell’ordine; San Pietro Martire, primo martire domenicano; San Tommaso d’Aquino, principale esponente della filosofia scolastica medioevale; Santa Rosa da Lima, San Pio V; Santa Caterina da Siena, fedele discepola di San Domenico.

santuario santa maria della quercia viterbo

I santi domenicani a Viterbo

Il Santuario di Santa Maria della Quercia, monumento nazionale dello Stato italiano, si trova alle porte di Viterbo ed è uno scrigno di tesori di epoca rinascimentale. In particolare, i domenicani arrivano nel luogo nel 1469, avviando la costruzione di un complesso monumentale che conserva tuttora opere di artisti e architetti quali Andrea Della Robbia, Andrea Bregno, Antonio da Sangallo il Giovane, Ambrogio da Milano e altri.

L’ordine era già fortemente presente in città, nel grande convento di Santa Maria in Gradi, risalente al ‘200, oggi sede dell’Università della Tuscia. Un luogo frequentato dallo stesso San Tommaso d’Aquino e forse anche da San Domenico di Guzman. Nel corso dei secoli, la comunità domenicana viterbese accolse papi, santi, pellegrini, sovrani. Contribuendo alla diffusione del culto della  Madonna della Quercia in tutto il mondo.

Padre Henri Lacordaire, uno dei più grandi teologi dell’Ottocento, dopo aver esercitato insieme ad alcuni amici francesi la sua fede per due anni nel santuario viterbese, decise di portare con sé nel suo ritorno in Francia un’immagine della Madonna tuttora venerata nel santuario. E a cui è intitolato e consacrato il santuario domenicano di Nancy, prima chiesa domenicana a riaprire dopo la soppressione napoleonica.