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La scomparsa dell’artista Enrico Castellani

1 Dicembre 2017

Celleno, suggestivo borgo della Teverina in provincia di Viterbo, piange la scomparsa Enrico Castellani. Uno dei più grandi artisti italiani ed europei del Novecento, protagonista e animatore del mondo dell’arte dagli anni ’60, insieme a Lucio Fontana e al coetaneo Piero Manzoni.

Nato nel 1930 a Castelmassa, in provincia di Rovigo, negli anni ’70 Enrico Castellani aveva acquistato il Castello Orsini a Celleno. Lì stabilì la propria casa-laboratorio. Aveva 87 anni. Tutta la scena internazionale oggi piange la scomparsa di questa personalità.

Castellani è stato un artista che, nella sua ricerca formale e interiore, ha abbandonato pennello, colore, strumenti accademici e tradizionali per dedicarsi all’esplorazione della capacità di modellazione della tela. E inoltre per sensibilizzare la superficie, sempre monocroma e generalmente bianca, e renderla percettibile attraverso chiodi (lui le chiamava “punte”) posizionati sopra e sotto la tela stessa nel modo più semplice, geometrico, impersonale possibile. Il tutto senza modellare la superficie, ma fornendole solo dei punti di tensione. Così la tela si flette e si plasma sotto le leggi della fisica.

Quando una superficie viene anche suddivisa da una sola linea si creano dei rapporti conflittuali che danno sempre adito a una interpretazione. Castellani, in una vecchia e rara intervista per la Rai, invece sosteneva che la sua arte “fosse indiscutibile, qualcosa che è e basta”. Concludendo profeticamente che “la storia dell’arte è anche ciò che facciamo noi, cioè noi siamo la storia”.