“La Violenza è una gabbia”, installazione al Valdichiana Village
data: dall'8 marzo al 26 novembre 2024
luogo: Valdichiana Village (Via Enzo Ferrari 5), Foiano della Chiana Ar
orario: 10.00-20.00
La Violenza è una Gabbia dell’artista Anna Izzo è l’installazione monumentale visibile dall’8 marzo al 26 novembre 2024 al Valdichiana Village di Foiano della Chiana (AR), realizzata con il patrocinio della Commissione Regionale Pari Opportunità – Consiglio Regionale della Toscana, della Provincia di Arezzo e del Comune di Foiano della Chiana.
Presentata per la prima volta a Capri nel 2020, La Violenza è una Gabbia appare come un’enorme gabbia di acciaio alta circa 3 metri. Contiene, della conseguente grandezza dimensionale, due scarpe rosse. Esse sono divenute il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne dal 2009, in seguito all’installazione artistica di Elina Chauvet in Messico, a Ciudad Juarez, località nota per detenere il triste primato del più alto numero di femminicidi al mondo.
Anna Izzo, pittrice e scultrice, nasce a Taranto ma già adolescente si trasferisce a Sorrento dove il padre gallerista la introduce nel mondo dell’arte con una importante frequentazione di artisti della scuola napoletana. Le sue opere attraversano vari materiali, ferro, bronzo, resina, in una continua ricerca estetica innovativa. I suoi lavori hanno ricevuto consensi di importanti artisti. Vive e lavora tra Roma e Siena ed espone in Italia e all’estero.
La Violenza è una Gabbia: l’opera di Anna Izzo
Le gabbie di Anna Izzo sono gabbie emozionali, comportamentali e relazionali. Riflettono un ordine normativo che chiude e rinchiude corpi e menti e l’artista ne calibra le forme ampliandole a dimensioni innaturali, costringendo alla rimozione di uno stereotipato processo di narrazione basato sull’inerzia, sull’indifferenza e su strategie di occultamento e minimizzazione della violenza.
L’opera genera, in tal modo, un inusuale luogo di riflessione sui meccanismi di scomposizione e ricostruzione delle identità. Il tutto sempre in progressivo divenire e in continuo confronto-scontro nei ruoli e negli ambiti sociali ed economici, fornendo una chiave di accesso a delle diverse politiche attive sul territorio che esulano da rappresentazioni radicate nelle convenzioni socio-culturali. L’arte diviene così megafono collettivo e comunitario. Creazione di un linguaggio che, come afferma Federico Ferrari, è linguaggio che non è di nessuno, il più solitario dei linguaggi. Ma che ci mette in comune, ci fa amare, ci tocca e sconvolge la nostra solitudine.
“La gabbia di 3 metri per 3 raffigura simbolicamente la forza e la resistenza delle donne. Incanala il coraggio e la speranza attraverso un simbolico paio di scarpe rosse con il tacco. In questo contesto, l’opera artistica non si limita a essere espressione di opinione, ma diventa un catalizzatore per la consapevolezza e l’azione”, sostiene l’artista.
Foto e testo critico forniti da Ufficio Stampa Roberta Melasecca