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JR e “La Ferita” di Palazzo Strozzi a Firenze

31 Marzo 2021

JR, artista parigino classe 1983 nato e cresciuto nei mercati delle pulci del sobborgo di Montfermeil dove i genitori avevano uno stand, da lì a poco diventerà le photograffeur. Ovvero un graffitaro che usa la fotografia al posto della bomboletta spray.

Il suo nome per esteso è Jean René. Occhiali scuri e cappello in testa, oggi è uno dei più importanti street artist (anche se a lui non piace questa definizione) o urban artist del mondo. Molto seguito e attivo su Instagram, ha capito che la comunicazione social aiuta anche l’arte a connettersi con la gente in maniera trasversale. Inizia tutto quando, per caso, trova una fotocamera nella metro di Parigi. Da quel momento comincia a fotografare volti e luoghi in strada, prima nella capitale francese e poi girando tutta l’Europa.

JR: la strada è democratica

L’arte di JR, per quanto complessa sia, si tramuta sempre in qualcosa di semplice e molto “leggibile”. Le persone sono il fulcro di tutto il suo lavoro. Affronta temi identitari, politici, ambientali e pacifisti, come nel progetto Face2Face realizzato assieme a Marc Berrebi nel 2007 in Medio Oriente, dove foto di volti israeliani e palestinesi vengono realizzati in formato gigante e affissi sui due lati del muro che divide l’Israele dai territori palestinesi della West Bank. O come in Woman are Heroes (2008) in cui, a seguito di un tour tra Kenya, Cambogia, India e Brasile, JR realizza una serie di ritratti di donne che vivono in situazioni di quotidiana drammaticità e difficoltà, affrontata con grande dignità ed enorme coraggio.

Inside Out è invece una vasta iniziativa di arte partecipativa, nata durante la premiazione di JR ai TED Prize del 2011 nella quale l’artista dichiarava di investire i soldi percepiti dalla vincita in quella che poi si sarebbe trasformata la più grande esposizione fotografica di tutti i tempi. Da allora gli abitanti di qualsiasi posto del mondo sono invitati ad inviare foto in bianco e nero sul suo sito. L’arte come azione condivisa da migliaia di persone, inclusiva e senza nessun tipo di barriere.

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JR, Inside Out / Foto: Ilpolopositivo.com

La Ferita di Firenze

Ma arriviamo a quell’immagine che dal 19 marzo 2021 ha iniziato a girare su tutti i media nazionali e non solo: La Ferita. Alta 28 metri e larga 33 metri, è l’opera site specific realizzata da Jean René per Palazzo Strozzi a Firenze. Si tratta di un monumentale collage fotografico che raffigura uno squarcio sulla parete esterna del palazzo, dove resterà fino al 22 agosto.

In un gioco di prospettiva e di rimandi storici legati alla cultura fiorentina, La Ferita mette in piazza tutta la fragilità di un sistema storico, culturale e artistico, mai come ora in così grande difficoltà. In questo lungo periodo pandemico dovuto al Covid-19 ci è stato impedito per gran parte del tempo di poter accedere nei luoghi della cultura. Luoghi in cui l’arte e la bellezza potrebbero servirci da nutrimento rigenerativo e La Ferita è come se ci aprisse un varco emotivo ed emozionale per poterci entrare.

In una sorta di disorientamento visivo, tra l’antico e il contemporaneo, il dentro e il fuori, l’artista cerca di mettere in moto lo stimolo a ritrovare forme diverse di sollecitazione e partecipazione. Il contesto e il momento storico sono gli elementi di lettura di questa spettacolare installazione, insieme all’esigenza di una forte ed immediata comunicazione volutamente veicolata tramite i social. “Una breccia per vedere oltre“.

Serena Achilli

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Foto da Mashable.com.

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Foto: JR.