parigi paris

Parigi, la ville colorée

23 Aprile 2021

Una passeggiata a Parigi ti darà una lezione di storia, di bellezza e del senso della vita”
Thomas Jefferson

È una primavera un po’ timida quella che stiamo vivendo. Il sole fa capolino dalle nuvole solo ogni tanto, come se aspettasse di riaverci tutti in strada prima di fare la sua grande rentrée. Manca calore, manca colore. Se per il primo dobbiamo solo pazientare un po’, per il secondo potremmo provare a organizzare un weekendino a Parigi, non appena si potrà tornare a viaggiare. Sì perché la ville lumière è anche molto colorée.

Per i sognatori c’è l’azzurro pastello del cielo, che quando siedi sulla scalinata del Sacro Cuore sembra così vicino da poterlo toccare. C’è il bianco morbido delle nuvole che fa pendant con quello imponente della Basilica, il cui costante candore è dovuto alla pietra di Château-Landon con la quale è stata costruita – tra il 1873 e il 1914 – e che diventa sempre più bianca col passare del tempo.

A catturare l’attenzione dei romantici ci penserà il blu intenso del muro dei Ti Amo (Le mur des Je T’Aime), l’opera dell’artista Frédéric Baron che ha riportato su 612 piastrelle 311 versioni di “Ti Amo” in altrettante lingue e dialetti di tutto il mondo. Luogo suggestivo che lancia un messaggio universale di pace e d’amore, il giardino nel 18° arrondissement che lo ospita è meta ambita per i selfie dalle coppie in visita alla città. Perciò risulta godibile solo in orari scomodi (leggi ore pasti), altrimenti c’è da andarci con i paragomiti.

parigi paris

Le mur des Je T’Aime a Parigi.

Volendo, si sgomita anche davanti al rosa confetto della Maison Rose, l’iconico bistrot di Montmartre che dal 1908 ha nutrito grandi artisti quali – giusto per citarne qualcuno – Picasso, Modigliani, Edith Piaf, Charles Aznavour. Ora su Tripadvisor se la cava degnamente con un bel 4 su 5, ma in compenso su Instagram non lo batte nessuno. Anche qui la foto è quasi d’obbligo ma, data l’enorme popolarità social, per poter mangiare è consigliabile prenotare con un certo anticipo.

Gli amanti del vintage non mancheranno di apprezzare il rosso del Dodo Manége, una bella giostra in stile retrò su cui si cavalcano animali estinti o in via di estinzione. Qui tra triceratopi, dodo e panda si torna un po’ bambini, seppur con la consapevolezza adulta che quello di cui stiamo godendo è un bel progetto scientifico di sensibilizzazione ambientale. E se l’arcobaleno multicolore dei macarons scandirà le tue pause pomeridiane (prova quelli di Pierre Hermé in Rue de l’Opera), sarà sempre l’oro scintillante della Torre Eiffel a guidarti come un faro nella notte della folie parisienne.

Per godere al meglio dell’impareggiabile atmosfera parigina vale la pena, fosse anche solo per un paio di notti, prendere in affitto una piccola mansarda in centro, una di quelle con l’abbaino che fanno un po’ poètes maudits, un po’ Emily in Paris. In genere nei vecchi palazzi non c’è l’ascensore, perciò ricordati di fare scorta di baguette, brie e champagne prima di risalire alla fine del giro in città. Se mai non avessi voglia di scendere di nuovo per la cena, almeno un aperitivino a lume di candela sui tetti della città più romantica del mondo sarà a portata di mano.

Foto di Parigi in alto Isaiah Bekkers / Unsplash.com

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La Tour Eiffel a Parigi.