“Round trip in time”, la street art in mostra a Roma
data: dal 9 marzo al 13 aprile 2024
luogo: Rosso20sette Arte Contemporanea (Via del Sudario 39), Roma
orario: martedì-sabato 11.00-19.00
Rosso20sette arte contemporanea presenta a Roma la mostra Round trip in time: Laika / Shepard Fairey / Keith Haring, accompagnata da un testo di Edoardo Marcenaro.
Un viaggio nella street art che inizia negli Stati Uniti nel 2023 e, andando indietro nel tempo, termina a Roma nel 1984. La mostra è visitabile dal 9 marzo al 13 aprile 2024.
Round trip in time: Laika
States of Injustice è il nuovo progetto della street artist Laika che torna a colpire con i suoi blitz, stavolta oltreoceano. Attraverso una serie di poster e installazioni, l’artista racconta le forme di ingiustizia presenti negli Stati Uniti, svelando molteplici aspetti oscuri, sia passati che presenti.
Laika realizza, infatti, una serie di interventi tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre 2023. Dal Texas alla California fino al confine messicano, per poi varcarlo e realizzare a Tijuana l’opera conclusiva. Le ingiustizie negli USA si presentano sotto varie forme, vari “stati”. Tra questi, quelli che catturano l’attenzione dell’artista sono il razzismo, la povertà, la violenza e la diffusione delle armi; inoltre, la pena di morte, lo stato d’emergenza nazionale per la comunità LGBT+ americana, le leggi anti-aborto, il sistema sanitario privato e la questione migranti.
Round trip in time Shepard Fairey aka Obey
Shepard Fairey, meglio conosciuto come Obey, è in mostra con tre delle sue opere più importanti. Nel 2008 Obey partecipa alla campagna elettorale di Barack Obama, trasformando il volto di uno sconosciuto senatore dell’Illinois in icona dell’arte contemporanea. 300.000 poster con la scritta HOPE contribuiscono alla sua vittoria e nomina a Presidente degli Stati Uniti.
Otto anni dopo, Obey torna a prendere parte alla campagna elettorale statunitense che porterà alle elezioni di Donald Trump. Sostiene il candidato avversario Bernie Sanders, ma questa volta interviene il giorno dopo le elezioni. Realizza infatti tre ritratti, pubblicati a pagina intera sul Washington Post il 20 gennaio 2017 (giorno dell’inaugurazione). Si tratta di pagine da staccare dal giornale per essere usate come cartelli oppure attaccate in giro per Washington D.C. Ogni ritratto è accompagnato da un messaggio forte e chiaro: “difendere la dignità”, “più grande della paura”, “proteggersi l’un l’altro”.
Round trip in time: Keith Haring
Nel 1984 Keith Haring partecipa alla mostra Arte di Frontiera – New York Graffiti, nata dagli studi di Francesca Alinovi, curatrice, storica e critica di arte militante negli Anni Settanta e Ottanta, vittima del “delitto della musa del DAMS” di Bologna nel giugno 1983. Francesca nei primi Anni 80 incontra i giovani artisti che lavorano per le strade di New York e li porta in Italia.
Tra loro c’è Haring, che a Roma realizza un grande murales sulla facciata laterale del Palazzo delle Esposizioni e alcuni graffiti sulle pareti di vetro della linea metropolitana nella tratta tra Lepanto e Flaminio. Due bozzetti sono in mostra e ricordano la semplicità e la grandezza dell’opera di Keith Haring, di cui purtroppo non rimane alcuna traccia a Roma. I suoi lavori vennero, infatti, cancellati nel 1992 in occasione della visita del presidente Gorbaciov.
“Il fattore comune delle opere di Laika, Obey e Haring, e di tutti gli street artist che realizzano lavori per la strada in giro per il mondo, è l’effetto sorpresa di una nuova opera nel momento in cui compare sul muro sotto casa – afferma Edoardo Marcenaro – sensazione che ho avuto recentemente la fortuna di vivere con l’opera di Laika “Le lacrime di Kabul” in prossimità di una sede di Emergency a Roma”.
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Prima foto in alto: Keith Haring / Immagini fornite da Ufficio Stampa Roberta Melasecca
