Come mai la pellicola sta riconquistando il terreno perduto con l’avvento del digitale? Perché tante ragazze e ragazzi stanno riscoprendo l’antenato dello smartphone?
Per fare l’alternativo di turno con gli amici e poter dire con spocchia “Ma noooo, io scatto in analogico“? O usare su Instagram l’hashtag #istillshotfilm?
Come per il vinile, anche la fotografia analogica sta incrementando la propria fetta di mercato. Quali ragioni si nascondono dietro questo ritorno al passato? Premesso che uno non esclude l’altro, ritengo che ci siano diversi aspetti positivi nel passare dal pixel alla pellicola.
Pellicola in fotografia: i pro
Mancanza di nitidezza. Machiavelli non aveva sentenziato “il mezzo giustifica il fine”, semmai il contrario. Quindi avere una fotografia più “morbida” e meno dettagliata ti permette di concentrarti maggiormente sul contenuto più che sulla forma. Una celebre frase di Gianni Berengo Gardin sentenzia “Non è importante come si fotografa ma cosa si fotografa”. E detto da un integralista della fotografia analogica ci permette di capire molte cose.
No stress. Nessun impulso di acquisto compulsivo all’uscita del nuovo modello mirrorless appena annunciato sui forum.
Studio della luce. Se mi trovo in circostanze in cui la luce scarseggia, giro e tento di massimizzare quel poco di illuminazione naturale che mi regala il posto in cui scatto; i limiti diventano punti di forza su cui costruire la propria fotografia.
Scatti contati. Avere 36 pose ti spinge a ricercare uno scatto migliore già in fase di preparazione; la consapevolezza di non avere scatti infiniti ti porta ad alzare l’asticella della qualità: “less is more”.
Dovremmo quindi ritornare alla pellicola? Non vale ovviamente per tutti. Infatti l’acquisto di una macchina a rullino è legato prevalentemente all’esperienza d’uso. Si ritrova la magia di uno scatto visibile a distanza temporale, immune da un consumo immediato. Per muovere i primi passi nella fotografia analogica bastano divertimento e un po’ di consapevolezza in più. Questo però non vuol dire che uno strumento (analogico) debba necessariamente sostituirne un altro (digitale). Ogni mezzo ha un suo campo d’azione in base alle necessità del fotografo.
Pellicola in fotografia: i contro
La scelta della pellicola. Devi sperimentare e provare, buttare qualche scatto. La gestione specialmente del colore non è sempre delle migliori se non azzecchi l’esposizione corretta. Le pellicole in commercio oggi, in alcuni casi, non sono proprio il top. La post produzione la fai quando compri il rullino, infatti la gestione dei colori cambia in base alla pellicola: ad esempio Kodak vira più sul caldo, Fujifilm sul freddo e con dei verdi molto interessanti. Quindi anche l’acquisto di un semplice rullo da 36 pose diventa determinante per il risultato che vuoi ottenere.
Gli imprevisti. Il rullino si può inceppare, o può saltare dei fotogrammi.
O tutto o niente. Il risultato ottenuto in alcuni casi potrà essere meraviglioso (il digitale non ci arriverà mai) o una vera schifezza. Forse il fascino del ritorno alla pellicola sta proprio qui, nel non avere mezze misure, nell’introduzione di quel dubbio, di quell’attesa di vedere i risultati; tutto quello che il digitale con la sua certezza e perfezione ha relegato al passato.
Bisogna stare attenti perché quando si ricerca troppo la perfezione si rischia di diventare banali.
Prima foto in alto: Cristiano Morbidelli