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Il digitale sta rendendo l’Italia più democratica?

6 Ottobre 2021

Ci sono la firma digitale, la morte volontaria e la marijuana. No, non è l’inizio di una barzelletta. Il titolo può sembrare molto ottimista e a tratti utopistico, ma sono sicuro che mi perdonerete.

C’è stata una rivolta in tutta Italia. Niente forconi e fiaccole, tranquilli. Niente schiamazzi o disordini pubblici. Parlo di una rivolta silenziosa, che ha mobilitato più di 2 milioni di italiani e ha avuto luogo nelle piazze e nelle case, nei salotti digitali, da Trento a Catania. Tutti uniti, non per un solo scopo, bensì per due: firmare per i referendum sull’eutanasia e sulla legalizzazione della cannabis.

Questa “rivolta” ha sorpreso tutti. I mass media ne hanno parlato poco e male. La classe politica, finora, ha evitato il tema. Pubblicità quasi niente. Nonostante ciò si è concretizzata nel migliore dei modi. Facciamo un passo indietro però. Voglio spiegarvi i due referendum, i numeri, le dinamiche e darvi qualche link.

Il referendum sull’eutanasia legale in Italia

Il primo è quello sull’eutanasia legale. Il referendum vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’eutanasia legale in Italia, evitando la reclusione che punisce l’omicidio del consenziente (al medico o la persona che aiuta il paziente a morire). L’eutanasia sarà consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e sul testamento biologico. Così si potrà introdurre nel nostro paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria.

La raccolta firme è iniziata il 1° luglio e finita il 30 settembre 2021. La maggior parte delle firme è di natura fisica (640.621), ma una buona parte è stata raccolta online tramite firma digitale SPID (372.000). L’8 ottobre le firme saranno depositate in Cassazione e in seguito si avranno notizie sull’indizione (la data, quindi) del referendum.

Il referendum sulla cannabis in Italia

Invece il referendum sulla cannabis ha lo scopo di eliminare il reato di coltivazione, rimuovere le pene detentive per qualsiasi condotta legata alla cannabis e cancellare la sanzione amministrativa del ritiro della patente. Iniziata l’11 di settembre, la raccolta firme ha superato le 500mila adesioni necessarie per indire la consultazione in appena una settimana.

I fatti sono evidenti. Cito uno spezzone del puntuale e preciso articolo di Matteo Pascoletti per Valigia Blu, che fornisce una precisa istantanea della situazione: “Il dato politico che se ne può desumere parla di una democrazia diretta più viva che mai, attraverso il suo strumento per eccellenza. A ciò bisogna purtroppo affiancare una politica rappresentativa nel migliore dei casi taciturna, sebbene solitamente propensa, attraverso i suoi interpreti principali, a buttarsi a capofitto sui temi del giorno, in nome dell’engagement e poi casomai del consenso politico. Per un considerevole bacino elettorale che si mobilita, insomma, c’è una schiera di importanti e potenziali interlocutori che fa finta di nulla, o si arrocca nelle stanze del Palazzo di pasoliniana memoria. Segno, prima di tutto, di interessi divergenti o di imbarazzi difficili da spiegare a distanza”.

L’ormai caro e buon vecchio SPID, proprio lui, ha spalancato delle porte grandissime a una società più inclusiva, più democratica e più giusta. Piccoli passi, ma se vogliamo stare al passo coi tempi dobbiamo avere delle leggi al livello della nostra comunità. Se non si fosse capito, io sono favorevole e ho firmato per entrambe le proposte. Spero che mi abbiate perdonato.

Foto: Timothy Muza / Unsplash.com