Vai al museo e vicino a un quadro trovi un piccolo quadrato con all’interno altrettanti quadratini bianchi e neri messi a caso. Prendi il treno e, nella mail del biglietto, di nuovo lo strano quadrato. Ora con la vaccinazione di massa, per andare in vacanza, salire su un’aereo o addirittura vedere un film al cinema, il commesso, la hostess o lo steward di turno vogliono il Green Pass. E cosa c’è nel Green Pass? Un enorme quadrato dello stesso stile – e penso anche dello stesso artista – che serve a far vedere se sei vaccinato, guarito dal Covid o negativo a un tampone fatto nelle ore precedenti. Sta ormai dappertutto. Come se fosse il prezzemolo. Alt! Prima un passo indietro. Capiamo cos’è e come funziona questo quadrato che si chiama QR Code.
Il QR code (codice QR, in italiano) è uno speciale codice che contiene delle informazioni. Nella pratica, è un quadrato composto dai suddetti quadratini bianchi e neri disposti in modo differente, a seconda di ciò che c’è dentro. Il suo nome è l’acronimo di Quick Response Code, che si può tradurre in italiano come “Codice a risposta veloce”. Si tratta di una tecnologia sviluppata nel 1994 e diffusa negli ultimi anni grazie agli smartphone. Il QR code è stato pensato per essere velocemente letto e interpretato tramite la fotocamera di un telefono cellulare (prima), di uno smartphone o di un tablet (poi), e di contenere più informazioni di un codice a barre.
Ma la bellezza di questa tecnologia, oltre alla facilità d’uso, è la relazione che crea tra online e offline. Più si avanza con gli anni e più gli utenti si servono di collegamenti ipertestuali (link) per passare da una pagina all’altra e ampliare potenzialmente all’infinito la loro esperienza sul web, creando un’interazione con le informazioni sempre più diffusa. Ed è questo il meccanismo fondante che sta alla base del successo del QR Code: la possibilità di offrire non solo un contenuto ad un target/consumatore, ma di metterlo in condizione di fruirne attivamente, contestualizzare e dialogare con esso in maniera diretta. È ciò che caratterizza il consumer dell’era digitale.
QR Cose: utilizzo corretto e sicurezza
A parte l’ottica commerciale del QR code, questa tecnologia ha preso piede ed è applicata in quasi tutti settori. Persino in quello della pubblica amministrazione, come nel caso del Green Pass. Tramite le app Io o Immuni, il Governo italiano ti invia il Green Pass in forma di QR code con dentro informazioni e dati della tua avvenuta guarigione dal Covid-19, vaccinazione o attestazione del tampone. Andando così dal punto di vista tecnologico a rendere più facile e veloce il controllo dell’emergenza sanitaria e dal punto di vista ambientale a non sprecare la carta, come avvenuto per le autocertificazioni.
Ma la domanda che sicuramente ti farai è la seguente. Il QR Code è sicuro? Non è che me lo possono falsificare o rubare? La sicurezza delle informazioni è garantita sempre, ma c’è da tenere in considerazione il limite della trasparenza. Non allarmarti, ti spiego.
Dal codice inquadrato con lo smartphone non possiamo sapere a quale sito, link o fonte ci condurrà. Perciò, può capitare che un QR code conduca a siti indesiderati, dai contenuti discutibili, o anche a siti che contengono malware o virus che si installano a nostra insaputa sul dispositivo che stiamo usando. Ecco allora alcuni consigli spassionati per goderti le vacanze con il Green Pass:
1) Non fare screenshot e foto al QR Code del Green Pass.
2) Non condividerlo assolutamente con nessuno.
E in generale gli amici di Html.it aggiungono:
1) Non firdarti di codici QR posizionati fuori contesto, senza nulla a contorno che indichi il contenuto.
2) Utilizza sempre un’app QR code reader aggiornata e con buone recensioni. Kaspersky QR Code o QR Droid, ad esempio.
3) Dopo la scansione, verifica sempre il link effettivamente ottenuto. Diffida sempre dei link generati con servizi di URL shortening, quali bit.ly, Trim, Cligs, Tinyurl o qualsiasi altro, incluso il vecchio Goo.gl.
