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Elsa Schiaparelli, la stilista geniale e ribelle

16 Agosto 2021

L’antagonista di Coco Chanel. Una stilista amante dell’arte e della letteratura. Una donna venuta dall’aristocrazia che ha saputo farsi amare dal popolo. Elsa Schiaparelli è stata una grande
italiana. La sua è una storia di talento, geniali intuizioni, straordinarie invenzioni che conquistarono Parigi.

Fin da bambina la sua curiosità la spinse ad andare sempre oltre, come quando si buttò da una finestra con un ombrello come paracadute. O quando, a sei anni, si unì a una manifestazione per le strade di Roma e tornò a casa su un mezzo pubblico. L’animo ribelle caratterizzò tutta la sua vita. Scappò infatti a Londra in veste di tata pur di non sposare un nobiluomo russo. Qui conobbe il suo futuro marito, il conte di Kerlor, con il quale partì alla volta di New York. Il loro matrimonio fu breve e Elsa tornò in Europa, a Parigi, dove si avvicinò all’avanguardia dadaista e cubista.

Nella capitale francese coltivò la sua passione per la moda e, in pochi anni, divenne una celebrità. Gli artisti più popolari del tempo, come Salvador Dalì o Alberto Giacometti, frequentarono la sua maison in Rue de la Paix, fornendole l’occasione di disegnare gioielli e bozzetti sempre più accattivanti. Diventata ormai stilista di fama mondiale, le sue creazioni fantasiose si imposero sul mercato tenendo testa a quelle di Coco Chanel. Se quest’ultima rappresentava il rigore, la semplicità e l’austerità quasi monacale, la Schiap, come la chiamavano i francesi, era l’ esuberanza e il colore. Fu sua infatti l’invenzione del rosa shocking, che spopolò nell’abbigliamento e, a consacrarne il successo, fu Marilyn Monroe con il celebre abito de Gli uomini preferiscono le bionde.

elsa schiaparelli

Un abito Schiaparelli equivale a un’opera d’arte”, scriveva nel 1932 il New Yorker. Creò abiti da sera con dettagli in maglia e boa realizzati con piume di gallo e pellicce di scimmia, occhiali da sole con ciglia finte, guanti di daino con unghie rosse, abiti e accessori originali, tra cui la chiusura lampo, eccentrici, capricciosi e sofisticati copricapi a forma di gabbia e gioielli da indossare su abiti semplicissimi e poi colore a non finire.

Le collaborazioni con artisti del tempo si sprecano. Con Jean Cocteau realizzò due cappotti in seta con profili di donna ricamati e con il surrealista Salvador Dalì il celebre abito scheletro, al quale si ispireranno numerosi stilisti moderni. “Le collezioni di Elsa Schiaparelli mettono in crisi il vocabolario”, scriveva la stampa francese. Durante la seconda guerra mondiale volò in America dalla figlia ma, al suo rientro, tutto era cambiato. Addio stravaganze, i look più classici di Dior e Balenciaga avevano conquistato la scena. Come scrisse Hubert de Givenchy, Elsa rimase il simbolo dello chic. Chiuse il suo atelier nel 1954 e si ritirò a vita privata. Morì a Parigi nel 1973, all’età di ottantatré anni.

I successivi direttori creativi della maison hanno portato avanti con orgoglio la linea innovatrice e scandalosa della sua creatrice, attingendo anche dall’enorme patrimonio d’archivio. L’attività di Elsa Schiaparelli si può riassumere con una sua affermazione: “Avevo un pensiero fisso in testa: salvarmi dalla monotonia della vita di salotto e dall’ipocrisia borghese. Per le mie idee d’avanguardia venivo considerata folle”.

Prima foto in alto: © George Hoyningen-Huene / Condé Nast via Getty Images

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