“Se puoi sognarlo, puoi farlo”. A dirlo era Walt Disney, in relazione alla nascita delle favolose storie narrate nei suoi lungometraggi. Ma a guardare la carrellata di impianti realizzati per la prossima Coppa del Mondo di calcio che si svolgerà nell’inverno 2022 in Qatar, l’iconica citazione potrebbe essere attribuita a pressoché tutti gli architetti e gli studi che hanno lavorato alla creazione di otto stadi da sogno, gioielli di tecnica e design.
Undici anni fa il piccolo, ma ricchissimo, stato arabo si aggiudicò l’organizzazione della ventiduesima edizione della FIFA World Cup. Nei mesi successivi iniziarono a fioccare disegni e rendering dei nuovi avveniristici stadi. Oggi gli impianti sono quasi tutti completati, e ciò che era stato sognato è divenuto tangibile realtà, fatta di acciaio, vetro, cemento, tele e schermi LED. Il tutto plasmato da un simbolismo esasperato.
Stadi da sogno: il Lusail Iconic Stadium
I progetti iniziali erano una dozzina, distribuiti su sette città. Gli organizzatori hanno poi optato per cinque centri urbani e otto opere, a partire dal Lusail Iconic Stadium, lo stadio che ospiterà la finale e gli 86.250 fortunati spettatori che vi assisteranno. Quello che risulta essere il più imponente degli interventi sarà pronto per la fine del 2021.
Progettato dall’archistar Norman Foster e dal suo studio in collaborazione con MANICA Architecture, ricorda nelle sinuose forme gli antichi recipienti per il cibo. La sua tessitura a maglia triangolare è ispirata alle tradizionali luminarie locali. Più semplicemente, il risultato finale assomiglia a un avveniristico velodromo dorato, con impronta quasi circolare, sospeso su uno specchio d’acqua cinto dal verde e scavalcabile grazie ai tanti ponti d’accesso.
Lusail Iconic Stadium.
Stadi da sogno: le altre meraviglie
Ma il simbolismo ritorna anche negli altri sette stadi da sogno che ospiteranno i Mondiali di calcio Qatar 2022. Dalla modularità del Ras Abu Aboud Stadium di Doha, ispirato dagli spigolosi container portuali della zona dove sorge, alle tondeggianti forme dell’Al Thumama Stadium (sempre a Doha, nella prima foto in alto), strettamente legate al taqiyah, il tradizionale berretto mediorientale.
Il progetto più originale, però, è forse quello dell’Al Bayt Stadium di Al Khor City. Inizialmente doveva essere una complicata tensostruttura a forma di conchiglia, ma poi è stato semplificato mantenendo dell’idea di fondo esclusivamente l’uso della tela. Ora questo impianto da ben 60.000 spettatori (il secondo per capienza dopo lo stadio di Lusail) sembra un gigantesco tendone, molto simile a quelli utilizzati nel deserto dalle erranti popolazioni arabe.
Al Bayt Stadium.
