city poetry piero fogliati

“City Poetry”, le macchine sensoriali di Piero Fogliati


data: dal 23 marzo al 9 giugno 2023

luogo: Tempesta Gallery (Foro Buonaparte 68), Milano

orario: martedì-venerdì 11:00-13:00 - 14.30-18:30

City Poetry è la mostra delle macchine sensoriali del geniale artista-inventore Piero Fogliati, visitabile a Milano presso Tempesta Gallery dal 23 marzo al 9 giugno 2023. Fogliati ha dedicato la sua vita alla ricerca sulla percezione. Le sue ingegnose e poetiche installazioni, in cui l’arte é movimento, luce, retina e sensazioni, sono comprensibili solo se vissute.

Nasce a Canelli (AT) nel 1930, ma sceglie Torino come casa. Muore nel 2016. A partire dagli anni Cinquanta si dedica alle arti visive. Presto, però, la sua passione per la scienza e la tecnologia prende il sopravvento. Esplorando lo spettro percettivo e i fenomeni naturali, Fogliati costruisce macchine dotate di un’estetica sublime e raffinata connessa alla sfera visiva-acustica. Riesce a coniugare bellezza e percezione, uomo e macchina, che convivono in un luogo ideale: la Città Fantastica. Un vasto progetto di interventi urbani in cui suoni, luci, elementi atmosferici ed ecosistemi idrogeologici si trasformano in esperienze estetiche e sensoriali.

Da questo esperimento prende vita l’esposizione City Poetry di Tempesta Gallery. Essa vuole attualizzare la figura dell’artista-ingegnere e riscoprire l’intero corpus di opere meccaniche di Piero Fogliati. In un dialogo sul contemporaneo si affrontano, attraverso le tematiche dell’artista sull’ambiguità e la complessità del mondo, i contrasti attuali: la città industrializzata oggi megalopoli e lo sviluppo delle tecnologie, con il conseguente processo di inaridimento della natura. Si mette in discussione il disegno del paesaggio ma anche la struttura urbana e i suoi modelli abitativi. Fogliati offre uno spunto per salvaguardare il “luogo” con l’immaginazione: è ancora percorribile oggi questa strada?

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City Poetry: il percorso espositivo

Il percorso espositivo di City Poetry si suddivide in tre aree sensoriali. La prima sala, interamente dedicata ai lavori sonori e iconici di Fogliati, è stata pensata per creare un vero e proprio dialogo con i rumori della città. Si inizia con le macchine acustiche, gli Ermeneuti, che derivano direttamente dal progetto dell’Auditorium a rumore, il quale nella Città Fantastica, sarebbe dovuto essere un ambiente-strumento correttore del fragore esterno. Segue il Fleximofono, o Scultura sonante, costituito da una serie di molle disposte con regolarità in acciaio armonico e fissate a una lamiera appesa al soffitto.

Si passa all’approccio visivo con l’Euritmia Evoluente. Quindi due dei lavori tra i più importanti dell’artista, che rivendicano altezze e volumi nella stanza. Il primo è la Macchina che respira, opera che maggiormente incarna l’utopia artistica dell’autore: donare vita alle macchine; il secondo il Campo autonomo che risuona come un direttore di orchestra nello spazio creando sinfonie diverse. Protagonista della sala è il Rivelatore cromocinetico. Un’opera costituita da un proiettore di luce sintetica che illumina una fune bianca elastica che oscillando mostra nel vuoto forme sferiche e geometrie colorate.

Il passaggio nella terza area, dedicata alla luce, è accolto dal Prisma meccanico composto da un proiettore di luce sintetica e da un supporto di alluminio a forma di disco dipinto di bianco, rotante su se stesso ad elevata velocità che raccoglie la luce e la riflette scomponendola nei suoi colori di composizione. L’ultima opera è la serie di Successioni luminose in grado di disorientare lo spettatore e di stravolgere le leggi fisiche della “materia”. I fasci di luce puntano sul disco e, grazie al movimento, generano un effetto deformante e moltiplicatore che supera i confini delle forme che appaiono perfettamente intersecate.

Foto © Sarah Indriolo fornite da Ufficio Stampa Elena Dimarco



tel: 3349909824

e-mail: info@tempestagallery.com

web: www.tempestagallery.com