umbria frutti dimenticati

Umbria: alla scoperta dei frutti dimenticati

4 Giugno 2021

Ci sono tanti modi per scoprire il luogo in cui vivi, nel mio caso l’Umbria. A me piace farlo camminando a contatto con la natura, cercando ogni volta nuovi percorsi dove l’unica cosa certa è il punto di partenza.

Sì, perché mentre cammino mi capita di fermami, lasciarmi sorprendere da luoghi fino a quel momento sconosciuti. Scoprire erbe selvatiche di cui non conoscevo l’esistenza, ascoltare storie di vita passata o lasciarmi confondere dai profumi della natura che cambiano a ogni stagione. La mia scoperta dei frutti dimenticati nasce proprio da qui: il profumo.

Mi sono ritrovata a parlare di profumo con Simona Checcaglini, laureata in scienze naturali e con un’anima fortemente green e creativa. Ho cercato di spiegarle quanto è importante per me riuscire a riportare nell’ambiente della mia quotidianità profumi naturali che aiutino la mia concentrazione e che soprattutto non siano invadenti. Partendo proprio da qui, ho scoperto le sue creazioni olfattive d’ambiente e il mondo dei frutti antichi.

pomi d'umbria

I profumi antichi dell’Umbria

Simona ha cercato di mettere in luce questi frutti dimenticati con l’ideazione di un progetto: Pomi d’Umbria. Una profumazione d’ambiente dalle note armoniche di legni fruttati, bacche e tabacco che ricompongono nella memoria olfattiva l’Esperienza Umbria. Un accessorio di design in ceramica che richiama la forma di tre frutti antichi tipici di alcune zone dell’Umbria: la Pera Monteleone per Amerino-Orvietano, la Mela Conventina per l’Eugubino e la Merangola o Melangola per il Ternano.

La Pera Monteleone d’Orvieto è una varietà di pera a rischio di estinzione, peculiare dell’area vasta dell’Orvietano (Monteleone d’Orvieto, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona) e terre limitrofe (Orte, Amelia, Alta Tuscia). Si coltiva ancora tradizionalmente, più che a frutteto in grandi alberi singoli, molto vigorosi e produttivi.

Localmente è anche chiamata “Pera Papera”, per la forma del peduncolo che ricorda il becco dell’oca e per il suo colore verde-giallastro. È una pera dalla polpa soda e granulosa e si consuma per lo più cotta. Per questo l’ho subito trasformata in un’ottima merenda con kefir e biscotti allo zenzero e cannella.

Terra di mele da scoprire

La Mela Conventina è stata ritrovata nella zona di Gubbio, da dove probabilmente ha preso origine. Viene coltivata diffusamente in questa zona, ma è anche conosciuta nelle zone limitrofe di Pietralunga e nelle vicine Marche nel comune di Cantiano (PU), dove prende il nome di Commentino. È un’ottima varietà autunnale, apprezzata per la sua conservazione e la sua resistenza alle manipolazioni e al trasporto. L’albero è di notevole pregio paesaggistico. La polpa è bianca, acidula, aromatica e croccante. Si raccoglie tradizionalmente in ottobre e si conserva in fruttaio fino alla primavera successiva.

La Merangola o Melangola è un agrume proveniente dall’antica Mesopotamia, presente soprattutto nella zona del Ternano. La sua pianta veniva coltivata per abbellire parchi, giardini e viali, mentre nella zona della Valnerina era il simbolo della “mola dell’olio”, in quanto la vista della pianta stava a significare che in quel punto era presente un frantoio. Nonostante il suo sapore molto amaro, in passato, comune era l’uso in cucina per condire bruschette, carne di maiale e accompagnavano la degustazione dell’olio nuovo.

Io ho utilizzato la sua marmellata per preparare dei quadrotti alle mandorle per la prima colazione, in modo da rendere questo frutto un po’ più zuccheroso.

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