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Veganuary e come mangiare sostenibile

26 Gennaio 2023

Gennaio, primo mese dell’anno, è carico di buoni propositi: “Ricomincio a andare in palestra“, “riprendo quel corso di pittura“, “mi metto a dieta“. In questo state of mind si inserisce Veganuary, dalle parole “vegan” e “January”. Una challenge di 31 giorni nella quale provare “ad essere vegani”, promossa dal più grande movimento vegano del mondo.

L’anno scorso più di 620.000 persone si sono impegnate a provare una dieta vegana, che esclude dalla propria alimentazione quotidiana carne, latte, formaggi, uova, pesce, miele. Qui gli onnivori si domandano: ma perché? E il vostro amico vegano – non mentite, tutti ne abbiamo uno – risponde che l’alimentazione vegana porta benefici alla salute e all’ambiente.

Infatti, l’alimentazione vegetale è considerata oggi quella più sostenibile: è stato stimato che se tutti gli abitanti della Terra scegliessero di mangiare vegano per un giorno, si genererebbe un risparmio di 22.000.000 di tonnellate di CO2 (fonte: IPCC – Ourworldindata.org), più delle emissioni annuali della Bolivia, e di 6,5 miliardi di metri cubi di acqua (fonte: Waterproofprint.org), ​pari all’acqua di 2.600 piscine olimpioniche.

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Foto: Fuzzy Rescue / Pexels.com

Vegani e sostenibili?

Adottare un’alimentazione plant-based sembra una soluzione necessaria per frenare il declino ambientale del nostro pianeta. Ma abbiamo mai riflettuto sulle conseguenze di un mondo completamente vegano? E siamo sicuri che qualsiasi prodotto plant-based garantisca una filiera sostenibile?

Certamente, quando nelle nostre scelte alimentari privilegiamo piccole produzioni locali, sosteniamo filiere a minor impatto ambientale. Al contrario, però, se consumiamo prodotti vegani altamente processati, come i sostituti della carne, rischiamo di tornare nel loop delle produzioni industriali, che implicano l’utilizzo di OGM e di tecniche intensive di coltivazione o l’impiego di aromi, coloranti e glutammato, i quali rendono meno efficace il nostro impegno per la sostenibilità e per il nostro benessere.

E sul piano culturale? In un mondo vegano non avrebbero motivo di esistere salumi, formaggi e conserve di pesce, che rappresentano la biodiversità delle culture enogastronomiche del mondo. Questi prodotti, invece, fanno parte di un patrimonio che dobbiamo conoscere e tutelare, soprattutto perché a monte c’è l’esperienza e l’impegno di un artigiano, a cui dobbiamo dare valore.

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Foto: Cup of Couple 7 Pexels.com

Il buon senso del mangiare

Allora, dov’è la soluzione? Non esiste un bianco o un nero, ma solo un buon senso del mangiare. Un nuovo approccio, che ci permette di scegliere cosa mangiare ogni giorno con grande senso critico, senza giudizi e pregiudizi.

Potremmo scoprire che le ricette plant-based possono essere talmente facili e gustose da mangiarle più volte a settimana; mentre saremo in grado di dare maggior valore ai momenti di consumo di prodotti animali, legandoli a esperienze speciali, come le tradizioni familiari o la scoperta di nuovi sapori durante un viaggio.

E anche se Veganuary 2023 è ormai giunto al termine, è sempre un buon momento per essere curiosi e vivere nuove esperienze, con l’obiettivo di voler sperimentare e trarre il buono da ogni opportunità.

Prima foto in alto: Taryn Elliott / Unsplash.com