Dozza

Local Noise – Intervista a Dozza

1 Aprile 2018

Nato a Viterbo, vive attualmente a Forlì. Una carriera nel rap cominciata prestissimo e che, in fatto di inediti, vanta già diversi lavori, oltre a una cospicua serie di collaborazioni, a cui farà seguito a breve un nuovo album. È la storia di Alessio Mendolia, in arte Dozza.

Raccontaci di come ti sei avvicinato al rap e dei tuoi esordi sulla scena.
Mi sono avvicinato al rap molto giovane, iniziando ad ascoltare quello d’oltreoceano in primis, per poi passare a quello nostrano, soprattutto, e a quello francese. Ho iniziato a praticare la disciplina dell’MCing altrettanto presto, più o meno a tredici anni, componendo testi e dilettandomi nell’improvvisazione, recandomi spesso a Roma per contest e live.

Quali sono gli artisti a cui ti ispiri o che comunque hanno influenzato maggiormente il tuo modo di comporre?
Sono stato influenzato soprattutto dai grandi del rap americano e italiano. Durante i primi anni Tupac, Notorious B.I.G., NWA, Wu-Tang Clan, Eminem; in Italia Neffa, Kaos One, Deda, DeeMo, Colle der Fomento e Cor Veleno, giusto per citarne alcuni. Negli ultimi anni ho apprezzato notevolmente il duo Method Man & Redman, Hopsin, Joey Bada$$, Token e J Cole, negli USA; Rancore, Raige, in particolar modo con l’album Tora-ki, Primo Brown (RIP) in duo con Squarta, Hyst, Marracash, Cranio Randagio (RIP), in Italia.

Quali sono le tematiche che affronti più spesso nei tuoi pezzi? Come definiresti il tuo stile?
Mi piace sperimentare, sia nei temi che tratto, che possono variare da brani introspettivi o improntati su tematiche sociali a storytelling di vario genere, fino a pezzi meramente tecnici e autocelebrativi, sia per quanto riguarda le sonorità. Per questo non amo “definire” il mio stile, essendo un ibrido, ma mi piace considerarlo come un piatto di pasta: può essere lunga, corta, di diverso tipo e condita a proprio piacimento, ma rimane una pietanza caratteristica, per quanto caratterizzabile.

Hai alle spalle diverse produzioni: parlaci dei tuoi precedenti lavori.
Ho pubblicato il mio primo album di 11 tracce totalmente inedite, H2Hope, nel 2013, dopo un labor limae di tre anni; nel 2017 ho fatto uscire un mini-tape di 6 tracce, dal nome terAPATIA, sotto Have Label; ho collaborato inoltre a numerose tracce, presenti nei lavori di vari rapper italiani.

A cosa ti stai dedicando al momento? Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
Dopo l’uscita di CFA, mio ultimo video, sto lavorando a vari singoli, nonché al mio nuovo album ufficiale, di 11 tracce inedite, attualmente in fase di mixaggio.

Dino Manoni

 

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