delusione deludere

“Da te non me lo aspettavo!”, la delusione

9 Maggio 2022

In questo numero della mia rubrica voglio parlarvi di delusione. Il verbo deludere deriva dal latino ludus (“gioco”) e significa “prendersi gioco”. Rendere vane le speranze, venire meno alle aspettative di qualcuno, ma anche di se stessi.

Spesso rimaniamo delusi perché non abbiamo raggiunto un risultato, una meta, un obiettivo prefissato. Iniziamo a pensare di non essere capaci, di non valere abbastanza. Il problema fondamentale della delusione è quello delle aspettative che abbiamo nei confronti di noi stessi. Dobbiamo imparare a posizionare l’asticella su livelli che consideriamo raggiungibili. Il nostro errore è porci aspettative non misurate alle nostre reali possibilità. Il classico “passo più lungo della gamba”.

Abbiamo aspettative non solo nei confronti di noi stessi, ma anche nei confronti degli altri. In questo caso vengono stabilite in base all’investimento emotivo che ci richiede una determinata relazione, insieme alle nostre esperienze passate che rischiano di prendere il sopravvento sulle situazioni attuali. Quando ci troviamo in una relazione guardiamo l’altro con i nostri occhi e con la nostra storia. Se io investo nella relazione, mi aspetto che l’altro possa comprendermi e non giudicarmi. Divento capace di anticipare uno scenario, prefigurandolo in positivo, caricandolo emotivamente in modo eccessivo.

Invece spesso accade proprio il contrario: mi aspetto dei comportamenti, anticipo scenari positivi, non arrivano, giudico l’altro e lo colpevolizzo per avermi deluso. In questo modo non stiamo facendo altro che puntare il riflettore su di noi, senza tenere in giusta considerazione l’altro. E lo facciamo perché non ha risposto alle aspettative che avevamo avuto su di lui. Aspettarsi che una cosa vada in un certo modo o che una persona faccia certe cose implica il bisogno e il desiderio di avere il controllo sugli eventi.

Come ci si può comportare per non rimanere delusi? In termini di aspettative non dobbiamo caricare l’altro, non possiamo anticipare i suoi comportamenti; possiamo valutare i nostri bisogni e andare nella direzione del loro appagamento. Vivere e agire nel qui e ora è la formula che funziona di più.

E soprattutto dobbiamo ricordare una cosa. Le relazioni sono fatte di moltitudini. In ogni relazione, compresa quella con noi stessi, entrano in gioco molte più persone di quelle che crediamo. Per dirla con le parole di William James: “Quando due persone si incontrano ci sono in realtà sei persone presenti: c’è ogni uomo come egli si vede, ogni uomo come l’altro lo vede e ogni uomo come egli è in realtà”.

Foto: Abigail Keenan / Unsplash.com