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Memorie di un imene: verginità e prima volta

20 Novembre 2022

Nel lontano 2005 usciva nelle sale il film Memorie di una geisha di Rob Marshall, tratto dall’omonimo libro di Arthur Golden. Ricordo di averlo visto distrattamente, senza comprendere molti passaggi. Ritrovarlo su Netflix è stata una vera occasione per togliermi alcuni dubbi, anche facendo qualche ricerca successiva.

Come all’epoca della mia prima visione, mi ha colpito la scena della cerimonia del mizuage, riproposta nella pellicola come una vendita al miglior offerente della verginità della geisha. Frugando in rete, ho poi scoperto che si trattava di una castroneria la quale, unita ad altre scorrettezze presenti nel film, ha portato a una causa legale. Dal falso mizuage ho quindi cercato informazioni sull’attuale compravendita della verginità in Europa e nel mondo.

Si tratta di un fenomeno ancora molto diffuso, come lo è d’altronde il virginity test. Cioè la verifica della presenza dell’imene alla quale vengono sottoposte migliaia di ragazzine negli Stati Uniti. L’imene, quel lembo di carne dalla struttura variabile, sembra essere ancora oggetto di desiderio e frustrazioni. Denaro e desiderio di conquista si intrecciano con il terrore di non sanguinare durante il primo rapporto. Epifenomeno piuttosto raro in effetti, che porta molte ragazze ad acquistare kit che riproducano l’agognata perdita ematica.

La letteratura scientifica italiana non offre molto materiale su come le nostre adolescenti vivano la prima volta. E ancora meno si trova sulle ansie e sulle aspettative dei maschietti. Qualora i nostri giovani lettori volessero dire la loro, siamo pronti ad ascoltarli e a prendere appunti.

Foto: Jeferson Gomes / Unsplash.com