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Solo con uno sguardo: la potenza degli occhi

15 Novembre 2023

In questo articolo torna la rubrica dedicata ad affrontare tematiche che ci toccano da vicino partendo dalla lettura di un libro. Quello che vi racconto oggi è il romanzo Premio Strega di Sandro Veronesi: Il colibrì.

Un romanzo centrato sulla forza di un destino e di un uomo che fa di tutto per portare a compimento un disegno, che tiene fede alle promesse fatte. E che, alla fine della storia, con grande coraggio e dignità, saluta coloro che hanno aiutato il suo destino a compiersi. Un finale che mi ha lasciato sorpresa, per nulla scontato, ma degno del personaggio protagonista del libro.

Un finale dove a farla da padroni sono le presenze, gli sguardi. Quelli di coloro che hanno accompagnato Marco Carrera nella sua vita, come gli sguardi delle persone a lui care che se ne sono andate. Sguardi di chi ha amato, dopo che il destino li ha sottratti alla sua vista, l’unico rimedio che conosce per sopravvivere al dolore.

Ogni giorno veniamo colpiti da centinaia di sguardi. A nostra volta, colpiamo con lo sguardo centinaia di persone. Il più delle volte nessuno ci fa caso. Noi non ci accorgiamo di essere guardati, gli altri non si accorgono che li guardiamo. No, non esistono sguardi più importanti e sguardi meno importanti: nel momento in cui vengono scoccati, tutti gli sguardi sono un immischiarsi, ed è solo la combinazione degli eventi, cioè il caso, a determinarne le conseguenze. Si tratta di conseguenze quasi esclusivamente emotive. Gli sguardi sono armi potentissime e producono urti emotivi anche quando non sono lanciati allo scopo di produrli.

Cosa succede a ogni sguardo

Ogni volta che il nostro sguardo incontra quello degli altri, si attiva una serie di reazioni fisiche e di emozioni diverse. Mi vengono in mente, lo sguardo di una madre che per la prima volta incrocia gli occhi del suo bimbo appena venuto al mondo, lo sguardo degli innamorati, lo sguardo di chi si si sta dicendo addio, ma tantissimi altri ne potremmo aggiungere. La cosa che dobbiamo tenere a monte è che, soprattutto in determinati contesti educativi, lo sguardo diventa strumento importantissimo e veicolo principe di messaggi importanti.

Esiste anche un altro sguardo, che non riguarda gli incontri degli occhi ma uno sguardo che rivolgo a me, alla mia interiorità per comprendere chi sono e il modo in cui mi pongo nella relazione con gli altri. Guardarsi dentro e conoscere se stessi è una sfida difficile, non solo necessaria, ma piacevole nella misura in cui, solo conoscendo se stessi, possiamo metterci in relazione autentica con l’altro e con il mondo.

Voglio concludere con le potenti parole tratte dal bellissimo film di Edoardo Leo, La dea Fortuna: “La dea Fortuna ha un segreto, un trucco magico. Come fai a tenere per sempre con te qualcuno a cui vuoi molto bene? Devi guardarlo fisso, rubi la sua immagine, chiudi di scatto gli occhi, li tieni ben chiusi, e lui ti scende fino al cuore e da quel momento quella persona sarà con te per sempre“.

Foto: Hichem Dahmani / Unsplash