Intercultura nel tatuaggio – Prima parte

20 Settembre 2017

A volte, confrontandomi con alcuni clienti, mi è capitato di ascoltare affermazioni arbitrarie come: “Non mi farò mai un tatuaggio giapponese perché è una cultura che non ci appartiene.”

Tenterò di confutare questa affermazione, dimostrando come le tradizioni siano un qualcosa di vivo, in continua ridefinizione, proprio grazie agli scambi interculturali. Nella storia dell’arte, tra Giappone e occidente ci sono stati scambi continui, soprattutto in epoca moderna e contemporanea. Alla fine del ‘700 il pittore Hokusai rompe con le scuole Kano, Tosa e Rimpa; utilizzando le tecniche tradizionali si lascia, allo stesso tempo, ispirare dalla pittura europea.

Nell’‘800, pittori europei come Monet, Renoir e Van Gogh subiscono la forte influenza dei nipponici Hokusai e Hiroshige. Lo stesso rapporto è verificabile nella storia del tatuaggio. Sailor Jerry, storico tatuatore americano, collaborando con tradizionali colleghi giapponesi come Horiyoshi II, a metà del ‘900 riuscì nell’impresa di introdurre lo stile americano in Giappone, contribuire alla diffusione di quello giapponese nel mondo e soprattutto fu l’iniziatore di uno stile americano del tatuaggio giapponese.

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