Metamorfosi del dolore – Terza parte

1 Gennaio 2018

Le sospensioni corporali sono state riattualizzate nella cultura moderna subendo quei processi di meticciamento e rielaborazione culturale tipici della società contemporanea.

Ormai è una pratica molto diffusa nella scena delle body modification. Sicuramente, rispetto al secolo passato, è molto più facile assistere a performance o spettacoli di questo tipo sia nelle tattoo convention che in altri luoghi; esistono anche meeting dedicati a questa pratica. Naturalmente non ha più un valore sociale/collettivo come tra i Sioux Lakota; l’aspetto ritualistico è sostanzialmente differente.

Da motivazioni comunitariste si è passati a un sentire del tutto individualistico; aspettative, desideri e intenzioni sono sempre influenzati dal tessuto sociale in cui si sviluppano. Nonostante tutto, rimane quel desiderio di ritualità e di mettersi alla prova. Non c’è più la lacerazione dei tessuti ma, magicamente, come nell’antichità, il dolore, il piacere e l’ estasi continuano a intrecciarsi fra loro. Pochi giorni fa, un ragazzo, durante una performance dove era stato sospeso per la sua prima volta, mi ha detto: “E’ stata l’esperienza più intensa e magica della mia vita; sospendersi è tutto quello che non ti saresti mai immaginato”.

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