Genio e sregolatezza – Quel calcio di Cantona

5 Febbraio 2015

Sono passati vent’anni, da quel calcio volante che cambiò il mondo del calcio giocato. E io me lo ricordo, nei megamanifesti del Tube, a Londra, preso in prestito da una pubblicità (Di una banca? Di un’assicurazione? Di una compagnia telefonica?).

Lui, le roi Eric, che salta e colpisce, spietato come un killer, elegante meglio di Bruce Lee, vendicativo come un dio ebraico. Il venticinquesimo giorno di febbraio, anno 1995, a Selhurst Park, Londra sud, dove il fish & chips stava già cedendo il passo al fottuto kebab.

Il Manchester United era in affanno, all’inseguimento di quei burini del Blackburn, troppo a nord e troppo rozzi per poter vincere la Premier. Neanche il talento del genio Cantona, e la sagacia di sir Alex in panchina, e Giggs, e tutta la combriccola, riescono a stargli appresso. Eric viene picchiato come al solito, l’arbitro sorvola come solo gli arbitri d’Albione sanno fare. Dalle tribune, poi, la solita fogna di insulti. “Francese di merda”, “Senza di noi i crucchi starebbero ancora a scopare le vostre madri sotto la torre Eiffel” e “mangia lumache”, e “checca profumata”.

A un certo punto anche lui, marsigliese di strada e di governo, non regge. Prende e parte e vola col calcio, colletto alzato, precisione millimetrica. Vendetta è fatta, il ventenne burlone e sfigato è messo fuori gioco, dell’espulsione chissenefotte. Racconta la leggenda che Cantona lasciò il campo fischiettando la Marsigliese. Allons enfants.

Andrea Arena

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