Con la fantasia si può: Sant’Angelo di Roccalvecce è il paese delle fiabe

28 Settembre 2018

Sant’Angelo di Roccalvecce, piccola frazione di Viterbo sperduta e dimenticata nel magnifico scenario rurale della Teverina, è il cuore di un progetto artistico che vuole far rivivere questo vecchio borgo attraverso la fantasia più genuina: quella delle fiabe più belle e conosciute, portatrici di messaggi universali.

Con la propulsione dell’Associazione Culturale Arte e Spettacolo (ACAS), realtà locale presieduta da Gianluca Chiovelli, per dare al paese un minimo di potenzialità attrattiva lo si vuole trasformare in un museo a cielo aperto dell’arte popolare. Così è nato Sant’Angelo il paese delle fiabe, un itinerario artistico composto principalmente da murales (12 nel progetto iniziale), ma anche da installazioni, sculture, bassorilievi, edicole, mosaici (altre 12 opere) con un tema unificante: il fantastico, ovvero la favola, il mito e la leggenda, senza dimenticare comunque le radici culturali del luogo e la sua tradizione etrusca, cristiana e agricola.

Sant’Angelo di Roccalvecce, seppur non lontano né da Viterbo città né dal quel fenomeno turistico che sta diventando Civita di Bagnoregio, è tagliato fuori dalle principali arterie stradali ed è ormai scarsamente popolato. Non ha monumenti di interesse ed è difficile persino trovare delle notizie storiche su internet, a differenza del “dirimpettaio” Roccalvecce (anch’esso frazione di Viterbo) che comunque può vantare il Castello Costaguti. Di Sant’Angelo si parla giusto qualche giorno a inizio giugno, quando viene organizzata una piccola sagra delle ciliegie, la principale produzione agricola del circondario di cui la vicina Celleno, altra perla nascosta, è portabandiera.

Per attirare qualche attenzione verso questo posto, c’era dunque bisogno di un’idea innovativa e coinvolgente, in grado di arrivare alle menti e ai cuori di tutti: cosa di meglio, allora, della fiaba, manifestazione del pensiero umano con cui si fa conoscenza fin dai primi anni delle nostre vite? Il progetto è ambizioso, ma una prima tranche è stata realizzata in tempo relativamente breve, ricorrendo all’autofinanziamento e al buon cuore degli artisti, nonostante le numerose e comprensibili difficoltà organizzative.

“L’intento principale – spiegano dall’associazione ACAS – è quello di riscattare urbanisticamente il piccolo borgo con un progetto a impatto zero (nulla di nuovo è costruito: solo restaurato e abbellito), di rianimare l’economia locale e divenire, inoltre, un punto di riferimento per tutti gli artisti e artigiani della provincia e della regione (scultori, street artist, pittori, lavoratori della pietra, del metallo e del legno)“.

Queste le opere già realizzate a Sant’Angelo di Roccalvecce, a partire dal novembre 2017:

Tina Loiodice, I bambini di Sant’Angelo scoprono la fiaba di Alice nel Paese delle Meraviglie 
(Piazza Vittorio Emanuele, murale a quarzo plastico su due facciate)

 

Daniela Lai, La fiaba del passato
(Largo Don Antonio Garzia, installazione in peperino, cotto e ceramica)

 

Tina Loiodice, Il piccolo principe
(incrocio tra Via Umberto I e Via della Piazza Nuova, murale in quarzo plastico)

 

Tina Loiodice, Le fate di Avalon
(Via Roccalvecce, murale in quarzo plastico e tinta lavabile)

 

Tina Loiodice, La piccola fiammiferaia

 

Isabella Modanese e Cecilia Tacconi, Hansel e Gretel

 

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