eleonora brizi renaissance

Eleonora Brizi, tra arte contemporanea e tecnologia digitale

7 Dicembre 2020

Eleonora Brizi, originaria di Piansano (VT), si occupa di arte contemporanea, in particolare del dialogo tra arte e tecnologia attraverso la sua galleria Breezy Art.

Una galleria virtuale che promuove l’arte digitale, mantenendo però una componente fisica attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi in tutto il pianeta, dedicati all’arte digitale.

Dietro ogni luogo e spazio scelti per ciascun evento, vi è una ricerca profonda su identità e linguaggio culturale del luogo stesso. Questo crea la possibilità, per i visitatori, di capire e riconoscere ciò che li circonda e allo stesso tempo sentirsi più aperti alle novità. “La galleria non ha una sede fissa – spiega Eleonora, che ha vissuto per anni a Pechino, trasferendosi poi a New York – e, come me, non la vuole avere. Abbraccia la possibilità di conoscere culture diverse, dare spazio a nuove voci e crescere costantemente nella mobilità. Oltretutto, il fatto che operare in uno spazio immobile costituisse un’operazione non più sostenibile era chiaro anche prima della pandemia, ma soltanto ora è davanti agli occhi di tutti”.

eleonora brizi renaissance

Nel mese di ottobre 2020 è stata curatrice di un’importante mostra a Roma ai Musei di San Salvatore in Lauro (diretti da Lorenzo Zichichi), dal titolo Rinascimento 2.0 2.0, che indaga il rinascimento di società, umanità e anima attraverso l’arte, presentando una panoramica sull’interazione tra arte e tecnologia in questo particolare periodo. Sedici gli artisti: Ai Weiwei, Ania Catherine & Dejha Ti, Sofia Crespo, Dada, Richard Garet, Giant Swan, Hackatao, Matt Kane, Amay Kataria, Lily & Honglei, Penelope, Ben Snell, Maria Svarbova, Jennifer A.T. Tran, Jason Yung, il progetto The Jade Project e un’installazione di luci e musica in giardino, del duo Motorefisico.

Nonostante le difficoltà organizzative causate dalla situazione Covid-19, la mostra ha avuto un grande successo ed è stata visitata da un folto pubblico di visitatori assetati di curiosità ancor più che di normalità. Momentaneamente rientrata in Italia a causa della pandemia, Eleonora Brizi è riuscita così a organizzare un evento a Roma e a riavvicinarsi alle sue origini, in attesa di tornare a viaggiare in tutto il mondo: “Un ringraziamento speciale va al sindaco Roseo Melaragni, a tutta l’amministrazione comunale di Piansano per il loro supporto costante e al consigliere regionale Enrico Panunzi, per aver creduto nel progetto a cui è stato conferito il patrocinio della Regione Lazio“.

Renaissance 2.0 2.0: la mostra curata da Eleonora Brizi

Rinascimento 2.0 2.0 è un titolo che non ha bisogno di molte spiegazioni. Durante questo tempo così assurdo, abbiamo mantenuto sempre viva la discussione con i nostri artisti riguardo la vita: società, diritti, disuguaglianze, paure ed emozioni. Questa mostra è stata il risultato di noi, in quanto esseri umani, al nostro meglio; durante uno dei periodi peggiori nella storia dell’umanità, o forse uno dei migliori, per la speranza ed il cambiamento.

Tutti gli artisti presenti in mostra – spiega Brizi – hanno contribuito e contribuiscono allo scambio di pensiero riguardo questo momento di transizione. Alcuni di loro hanno affrontato le paure della quarantena, alcuni sono rimasti in una dimensione più̀ personale ed intima, altri hanno guardato al futuro ed altri ancora ‘semplicemente’ hanno aperto i nostri occhi a vedere la condizione umana. L’arte in una delle sue funzioni più alte“.

Lo scopo di Renaissance 2.0 2.0 è stato quello di presentare una panoramica sullo stato dell’arte digitale e dell’interazione tra arte e tecnologia in questo momento. Momento particolarmente figlio del suo tempo, dove la potenza implacabile della tecnologia, capace di annullare spazio e tempo, ha trovato la sua rivalsa e conquistato l’approvazione di un mondo, quello artistico, forzato a smettere di ignorarla. Come in ogni era, ogni corrente, ogni crisi ed ogni rinascita, la prima manifestazione del tempo che si sta vivendo prende vita ed esiste nell’espressione artistica.

Renaissance 2.0 2.0 non ha costituito una mera traduzione o traslazione dal fisico al digitale, imposte da esigenze globali e spesso prive di successo, poiché ancora avvezze ad un linguaggio troppo vecchio, di cui un computer non può colmare le mancanze. L’arte e gli artisti in mostra, insieme a Breezy Art, sono stati la conferma di un’intuizione pionieristica che si era già faticosamente accostata ad un linguaggio digitale nativo, ancor prima di esserne costretti, di un’espressione artistica che evolve con il suo tempo.

Ne sono risultate delle opere che parlano digitale, che sono figlie del digitale, che presentano un’estetica digitale e che quindi vivono armoniosamente nell’habitat in cui sono esposte. Un’arte che siamo ancora costretti a chiamare “digitale”, poiché vi è ancora quel bisogno di classificarla attraverso il suo mezzo, ma che altro non è che l’arte più contemporanea.

Queste le parole di Lorenzo Zichichi, direttore degli spazi del complesso monumentale di San Salvatore in Lauro e presidente della casa editrice Il Cigno GG con cui è stato pubblicato il catalogo della mostra: “L’arte è la modalità espressiva e creativa più immediata dell’uomo, un impulso irrefrenabile. Se il nostro antico antenato preistorico percepiva la necessità di scalfire caverne e illustrare con i colori delle terre i muri di queste per raccontare scene di vita, vediamo con interesse cosa fa oggi con i computer e con tutta la tecnologia che ha a disposizione. Per questo i Musei di San Salvatore in Lauro accolgono Renaissance 2.0 2.0., e mi piace nel titolo il richiamo al Rinascimento italiano da parte di giovani artisti internazionali”.

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La galleria Breezy Art

La galleria Breezy Art di Eleonora Brizi si occupa di creare un ponte tra il mondo dell’arte contemporanea e quello di arte e tecnologia. La galleria non ha uno spazio fisico, è virtuale, ma organizza mostre ed è presente con eventi fisici, in cui convergono la conoscenza del mondo dell’arte contemporanea da parte della curatrice e l’esigenza di parlare il linguaggio del proprio tempo, quale digitale-tecnologico.

“Dopo sei anni trascorsi in Cina, a Pechino – racconta – il mio incontro con l’avanguardia delle avanguardie non poteva che avvenire a New York. Qui, ho avuto modo di conoscere e studiare la nuova tecnologia di blockchain e la sua applicazione al mondo dell’arte. Ho curato e prodotto un libro sul primo progetto di arte e blockchain mai esistito e organizzato aste, festival e conferenze di arte digitale su blockchain. Mi sto infine dedicando allo studio dell’intelligenza artificiale (più precisamente machine learning) e all’uso che gli artisti ne fanno per creare pezzi d’arte di ineguagliabile avanguardia e per cui ho avuto il piacere di ospitarne alcuni tra i migliori al mondo in una conferenza che ho organizzato lo scorso dicembre a Manhattan“.

Breezy Art rappresenta un nuovo concetto di galleria d’arte, il cui scopo è quello di creare una struttura più sostenibile, dove il valore degli artisti e dell’arte si distanziano dalla chiusura e la segretezza che da sempre caratterizza il mondo dell’arte contemporanea, proponendo una forma di economia più aperta e supportata dalle nuove tecnologie, tra cui su tutte, appunto, quella di blockchain.  Breezy Art rappresenta il tentativo di creare quel ponte tra i due mondi della tecnologia e dell’arte contemporanea. Partendo dall’accettazione del fatto che viviamo in un momento di transizione, la sua missione è quella di proporre nuove estetiche attraverso l’uso di un linguaggio “vecchio”, che tutti comprendano, in modo da creare un punto di contatto tra le più vecchie e le nuovissime generazioni nel mondo dell’arte. Poiché questa evoluzione del dialogo è un continuum che non dovrebbe essere né diviso né classificato.

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