orsanmichele firenze

Firenze, riaperto il Complesso di Orsanmichele

16 Gennaio 2024

Il Complesso di Orsanmichele a Firenze, monumento unico e straordinario in cui si suggellano funzioni civili e religiose, è riaperto al pubblico dal 19 gennaio 2024 dopo oltre un anno in seguito ai lavori di restauro, messa in sicurezza, riallestimento del museo e miglioria degli accessi.

Il progetto degli studi Map Architetti e Natalini Architetti ha consentito di riportare alla fruibilità Orsanmichele, dal 2015 parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello. L’intervento è stato possibile grazie a un finanziamento del Ministero della Cultura all’interno del Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali relativo alle annualità 2017-2018.

Nel nuovo allestimento, tornano a interagire con i visitatori le 13 statue originali esposte nel museo, come quando si trovavano nelle nicchie esterne e incrociavano lo sguardo dei passanti per le strade circostanti Orsanmichele. Sono opere dei più grandi scultori del Rinascimento fiorentino: Lorenzo Ghiberti (San Giovanni Battista, Santo Stefano e San Matteo); Donatello (San Marco e San Pietro); Nanni di Banco (Sant’Eligio, San Filippo, Quattro Santi Coronati); Andrea del Verrocchio (Incredulità di San Tommaso); Baccio da Montelupo (San Giovanni Evangelista); Giambologna (San Luca). Inoltre, le sculture trecentesche Piero di Giovanni Tedesco (Madonna della Rosa) e Niccolò di Pietro Lamberti (San Giacomo Maggiore).

Se in chiesa gli architetti hanno lavorato molto sulle grandi bussole di accesso che incorniciano i portali in legno e sull’impianto di illuminazione, nel museo hanno realizzato strutture che sollevano le sculture come se si trovassero su di un podio. E le incorniciano con un fondale che ripropone la collocazione originaria nei tabernacoli esterni. Ognuna delle sculture si trova nella posizione corrispondente a quando si trovava in facciata. Così si propone al visitatore una sorta di passeggiata che rispecchia l’esterno del complesso.

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Foto © Nicola Neri fornite da Ufficio Stampa Musei del Bargello – Ludovica Zarrilli

Complesso di Orsanmichele: una singolare storia

Nel IX secolo, in quest’area si trovava un oratorio dedicato a San Michele circondato da un giardino, da cui il nome San Michele in Orto o Orsanmichele. Dopo essere stato un convento benedettino, all’inizio del Duecento diviene la sede del mercato del grano. Nel 1284, Arnolfo di Cambio vi costruisce una grande loggia per il commercio e nel 1290 al suo interno si affresca un’immagine della Madonna. La cosiddetta Vergine del Grano si rivela foriera di miracoli e presto si costituisce una confraternita che ne diffonde il culto. Da quel momento inizia la doppia vita di Orsanmichele: luogo di commercio e di preghiera.

È il 1337 quando si avvia il nuovo cantiere in cui prende forma la struttura tuttora ammirabile. Una delle caratteristiche distintive è la presenza delle 14 nicchie sulle sue facciate, ciascuna “abitata” dalla statua di uno o più santi. Le nicchie, volute dalle Arti fiorentine, si popolano negli anni di capolavori firmati da più importanti artisti del Quattrocento fiorentino. All’interno della chiesa, un altro grande artista, Andrea di Cione detto l’Orcagna, dà vita ad un maestoso tabernacolo. Un’architettura imponente che, come uno scrigno prezioso, racchiude la Madonna delle Grazie dipinta da Bernardo Daddi.

Orsanmichele, che nel XV secolo assume la sua definitiva struttura, resta nodale anche per la Signoria Medicea. Nel 1569 Cosimo I trasforma i piani superiori in un archivio. È in questa occasione che Bernardo Buontalenti progetta l’arco esterno munito di scala, per l’ingresso diretto all’archivio. Negli anni ’80 del Novecento, per i rischi derivanti dall’inquinamento, le grandi statue vengono tolte dalle nicchie, sostituite da copie e trasferite al primo piano del palazzo che diventa il museo.

Il Complesso di Orsanmichele si trova in Via dell’Arte della Lana ed è aperto dal lunedì al sabato con orario 8.30-18.30 (martedì chiuso). La domenica dalle 8.30 alle 13.30 (ultimo accesso ore 12.00).

Prima foto in alto © Nicola Neri fornita da Ufficio Stampa Musei del Bargello – Ludovica Zarrilli

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Foto © Nicola Neri fornite da Ufficio Stampa Musei del Bargello – Ludovica Zarrilli