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Joe Montana e Tom Brady, i re del Super Bowl

6 Febbraio 2022

Giocare da quarterback titolare al Super Bowl, la finale di football americano NFL, è una delle vette più alte che un atleta possa raggiungere nello sport. Vincerlo, poi, è un’apoteosi, come è naturale che sia per tutte le finali in gara secca. Vincerlo più volte, infine, equivale a entrare nella leggenda. Ed è roba per pochi.

Nella storia della NFL, giusto una ventina di quarterback hanno avuto l’opportunità di arrivare al Super Bowl in più di un’occasione. Nella lista figurano alcuni tra i massimi rappresentanti di questo sport che anche in Italia vanta schiere di appassionati. Sono due, però, quelli che più di altri hanno lasciato un segno profondo: Joe Montana e Tom Brady.

Appartengono a epoche diverse, ma sono accomunati dalla grandezza raggiunta. E dal fatto che il primo è stato idolo e ispirazione del secondo. Montana è uno dei volti degli anni ’80, in cui iniziarono a essere trasmesse partite sulla tv italiana (la prima fu il Super Bowl 1981 su Canale 5). Brady, ancora in attività a 45 anni, è il Duemila, è l’età contemporanea, è uno dei maggiori sportivi di sempre.

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Tom Brady / Foto tratta da Dazn.com

Il quarterback e il Super Bowl

Probabilmente nessun altro sport di squadra riserva una responsabilità così alta a un singolo giocatore più del football americano (a proposito, noi aggiungiamo “americano” per distinguerlo dal “football” e basta, cioè il calcio, che negli USA invece è chiamato soccer). Il quarterback è il condottiero, il leader, il generale, quello in funzione del quale tutti si muovono.

Un vero quarterback deve avere una conoscenza enciclopedica del gioco, la mente di un computer per elaborare un’assurda quantità di schemi, il carisma per farsi ascoltare e seguire e sangue freddo per tradurre tutto in pratica sul gridiron, la “graticola”, in gergo il campo da football, quello con le yards numerate (mica i metri, siamo in America). Ma fa tutto parte della cultura statunitense: con questa roba, tanti ci familiarizzano fin da bambini.

La grandezza di un quarterback è spesso misurata in Super Bowl vinti, forse tralasciando un po’ il fatto che la NFL è una lega in cui è molto difficile ripetersi. Joe Montana ci è riuscito quattro volte, trionfando in tutte le occasioni con i suoi San Francisco 49ers. Tom Brady dieci, uscendo vincitore da sette (sei con i New England Patriots e uno a 44 anni con i Tampa Bay Buccaneers).

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Tom Brady e Joe Montana / Foto tratta da ThePewterPlank.com

Joe e Tom, simboli oltre il campo

Poi ci sono stati anche altri grandi quarterback campioni NFL. Terry Bradshaw, ad esempio, dominatore degli anni ’70 con i Pittsburgh Steelers (quattro titoli in altrettanti SB, come Montana), squadra da cui si è da poco ritirato Ben Roethlisberger (due su tre). John Elway, bi-campione con i Denver Broncos su cinque apparizioni. O Peyton Manning, l’unico con Brady ad aver vinto il Super Bowl con squadre diverse. Voglio citare anche il “povero” Jim Kelly: quattro SB consecutivi con i Buffalo Bills. Tutti persi, ma arrivateci voi fin lì…

Tuttavia sono Montana e Brady a essere considerati i più forti della storia. Quelli capaci di portare il football a un livello insuperabile, diventando veri e propri simboli di una disciplina destinata, almeno dalle nostre parti, a restare di nicchia. E a guadagnarsi spazio sui media solo a febbraio per il Super Bowl, che la potenza del marketing americano ha reso uno dei maggiori eventi del globo.

Joe e Tom, comunque, la differenza non l’hanno fatta con le pur straordinarie doti tecniche e atletiche. L’hanno fatta con la testa, la tenacia, la determinazione. Come dimostrano le innumerevoli vittorie in rimonta. Tutti e due di poche parole, ma tanti fatti. Hanno anche un altro aspetto in comune: entrambi snobbati al Draft, il sistema con cui le squadre ingaggiano ogni anno i nuovi talenti. Vennero scelti rispettivamente all’82° e al 199° posto, lontanissimi dai presunti migliori. Mai perdere la fiducia in se stessi, perché poi si potrebbe pure diventare re del Super Bowl.

Foto di Joe Montana tratta da Bleacherreport.com