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Dildo e dintorni: quando manca il sesso

1 Marzo 2021

Apro questo pezzo in modalità intervista televisiva: immaginatevi seduti di fronte a me su una comoda poltrona, con le telecamere davanti.

Cosa vi è mancato di più durante questi mesi di distanziamento sociale? Se avete risposto pizza, amici e spritz non siete stati sinceri. Vi do io una mano, strappandovi la maschera da bravi cittadini.

Vi è mancato il sesso, soprattutto quello occasionale alla Tinder! Ve li ricordate quegli incontri del sabato sera, con i vicoletti dei centri storici a far da testimoni alle vostre scappatelle? Che poesia. Da una breve ricerca, un italiano su tre ha sofferto solitudine e fame amorosa e ad aver gioito di ciò sono state le vendite di sex toys.

Ma quanto ne sappiamo davvero di questi giocattolini per adulti? Molto poco direi. Corriamo subito ai ripari iniziando questo glossario dei giocarelli.

La prima maxi distinzione è quella tra vibratore e dildo, termini che spesso vengono usati come sinonimi, ma che in realtà rappresentano due macro categorie. Il vibratore, come indica il nome stesso, vibra, pulsa, scuote e talvolta percuote. Il dildo è un simulacro di pene, ha tendenzialmente forma fallica, più o meno dettagliata e ha origini antichissime.

Il più antico dildo che sia stato rinvenuto risale a 28.000 anni fa, è in pietra levigata e misura solo 15 centimetri. Greci e Romani ne facevano grande uso, sia come simbolo di fertilità che come vero e proprio sostituto dei mariti impegnati in guerra. I dildo potevano essere semplici, con doppia o tripla punta, della serie meglio abbondare.

Apprezzata era anche la versione in cuoio, sicuramente meno dura della pietra ma ruvida, urgeva un lubrificante , per fortuna di olio di oliva ve ne era in abbondanza. Altre civiltà, come i Persiani, disdegnavano il sanguinamento del primo rapporto, considerato impuro, ed era uso regalare alle vergini dei dildo perché risolvessero da sole il problema. Altro che lo ius primae noctis nostrano!

Foto: Gaelle Marcel / Unsplash.com