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Flavia Mastrella e Antonio Rezza in “Hybris” a Roma


data: dal 20 dicembre 2022 al 22 gennaio 2023

luogo: Teatro Vascello (Via Giacinto Carini 78), Roma

orario: martedì-venerdì 21.00 / sabato 19.00 / domenica 17.00 

Dal 20 dicembre 2022 al 22 gennaio 2023 il Teatro Vascello di Roma ospita Hybris, il nuovo spettacolo di Flavia Mastrella e Antonio Rezza per la prima volta nella capitale, dopo il debutto a luglio 2022 al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

Inimitabile combinato artistico del panorama teatrale contemporaneo, il duo Rezza-Mastrella firma a quattro mani dal 1987 opere irriverenti, divertenti, surreali e cariche di energia, in grado di un pubblico di fan ampio e soprattutto trasversale. Performer e autore, lui, artista e autrice lei, nel 2018 sono stati insigniti dei Leoni d’oro alla carriera per il teatro.

In Hybris recitano anche Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara Perrini, Enzo Di Norscia, Antonella Rizzo, Daniele Cavaioli, Miriam Fricano e con la partecipazione straordinaria di Maria Grazia Sughi. Per ulteriori informazioni e per acquistare i biglietti entra QUI.

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Hybris: lo spettacolo

Protagonista di Hybris è una porta, perché solo così ci si allontana. Come si possono riempire le cose vuote? È possibile che il vuoto sia solo un punto di vista? Ognuno perde l’orientamento, la certezza di essere in un luogo, perde il suo regno così in terra e non in cielo. L’uomo fa il verso alla belva. Che lui stesso rappresenta. Senza rancore. La porta ha perso la stanza e il suo significato, apre sul nulla e chiude sul nulla. Divide quello che non c’è…

Intorno, un ambiente asettico fatto di bagliori. L’essere è prigioniero del corpo, fascinato dall’onnipotenza della sua immagine trasforma il suo aspetto per raggiungere la bellezza immobile e silente che tanto gli è cara. Le gabbie naturali imposte dal mondo legiferano della nascita, della crescita e della cultura, ma la morte è come al solito insabbiata; ai bambolotti queste cose sembrano inutili sofferenze, antiche volgarità.

Aprire la porta sulle altrui incertezze, sull’ambiguità, sull’insicurezza dell’essere e la meschinità dello stare. Chiunque sta in un punto, detta legge in quel punto. Chi bussa sta dentro, chi bussa cerca disperatamente che qualcuno da fuori chieda “chi è?”. Bussiamo troppo spesso da fuori per tutelare le poche persone che vivono all’interno, si tratta di famiglie di due o tre elementi, piccoli centri di potere chiusi a chiave. Dovremmo imparare a bussare ogni volta che usciamo, perché fuori ci sono tutti, l’esterno è proprietà riservata, condominio esistenziale, casa aperta. L’educazione va sfoggiata in mezzo agli altri e non pretesa quando ci si spranga insieme al parentado. La famiglia la sera chiude fuori tutta l’umanità, che senso ha accogliere il diverso quando ogni notte ci barrichiamo dichiarando l’invalicabilità della nostra dimora? Infimi governanti delle pareti domestiche, come le bestie. L’uomo diventa circense, domatore della proprietà privata.

Foto © Annalisa Gonella fornite da Ufficio Stampa Artinconnessione Chiara Crupi



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