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Smart city in Cina: viaggio nelle città del futuro

1 Marzo 2021

C’erano una volta campagna, zona urbana e zona industriale, tre aree ben distinte. Ma così come nel mondo sta avvenendo l’integrazione tra i popoli, in urbanistica la nuova frontiera è l’amalgama tra differenti realtà dai contorni fin qui ben definiti.

Un mix possibile grazie alla sostenibilità ambientale e al progresso tecnologico. I primi esperimenti in tal senso sono già iniziati in Cina. E dove, se no? Il paese più popoloso al mondo sta creando città dal nulla, l’ultima delle quali sorgerà su un’area di 460 ettari non lontana da Chengdu, la decima metropoli del Paese per grandezza con “appena” 6,3 milioni di abitanti. A immaginare la Chengdu Future Science and Technology City sono stati due studi architettonici europei: l’olandese OMA dell’archistar Rem Koolhaas e il tedesco GMP.

Al centro spiccherà il campus universitario, che sorgerà su 7500 metri quadrati di superficie e sarà interamente ricoperto di pannelli solari. Intorno si svilupperanno le costruzioni industriali, residenziali e agricole, su vari livelli che per morfologia ricorderanno le risaie terrazzate delle aree rurali della Cina. La viabilità interna sarà prevalentemente pedonale o automatizzata, con un massiccio uso della new mobility (pedane, monopattini e affini), mentre è solo nelle zone periferiche che si riconoscono contorni stradali più tradizionali.

Quello di Chengdu è uno dei tanti esempi di smart city in costruzione in Cina. Altri sono la Net City di Shenzen o la cittadina di Xiongan, a 60 miglia da Pechino. Quest’ultima dovrebbe ospitare entro i prossimi anni 2,5 milioni di abitanti in arrivo dalla capitale. Lo scopo di tali nuove città del futuro è chiaro: alleggerire la pressione urbana delle megalopoli, accogliendone gli abitanti in nuovi e più vivibili centri, con risvolti sia positivi che negativi.

Se a giovarne sarà soprattutto l’ambiente, il rovescio della medaglia è socio-culturale: si stanno creando città in serie, senza storia né identità. E spesso anche senza la dovuta attenzione alla topografia territoriale. Un fatto non necessariamente negativo, ma dalle conseguenze ancora imprevedibili di queste città del futuro sulla vita e sulla psiche delle persone.

I lavori per la Tech City di Chengdu sono già partiti e il completamento dei primi edifici è previsto per la fine dell’anno. Grazie a essa, e a una seconda cittadina in costruzione poco distante nella Tianfu New Area (che ospiterà, peraltro, la Unicorn Island, un hub tecnologico tra le ultimissime creazioni del compianto architetto Zaha Hadid), Chengdu diventerà la terza megalopoli del paese servita da ben due aeroporti internazionali dopo Pechino e Shanghai. E questo nell’intenzione dei committenti dovrebbe portare – se non turisti – un grosso incremento degli affari. Covid-19 permettendo.

Foto: OMA.eu / GMP.de

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