11 settembre 2001 torri gemelle

11 settembre: le canzoni che furono vietate in radio

1 Dicembre 2022

Mai sentito parlare di flashbulb memory? L’espressione, traducibile in italiano con “ricordo fotografico”, corrisponde a un tipo di ricordo associato a un evento pubblico particolarmente traumatico.

Nel 1977 gli psicologi Roger Brown e James Kulik formularono l’ipotesi secondo cui la nostra mente ha uno speciale meccanismo di memoria biologica. Essa, quando attivata da un evento che supera i livelli critici di sorpresa, crea una registrazione permanente dei dettagli che circondano quell’esperienza.

Secondo gli studiosi è ciò che è accaduto l’11 settembre 2001. Ognuno di noi, infatti, si ricorda il luogo esatto dove si trovava nel momento in cui i due Boeing 767 della American Airlines si schiantarono contro le torri gemelle, causando quasi tremila vittime. Alcuni ricordano anche quale canzone stavano passando in radio: probabilmente è stata l’ultima volta che quel brano sia stato trasmesso.

La tragedia del World Trade Center, infatti, portò una profonda ondata di cambiamento in tutto il paese a stelle e strisce, con forti picchi di patriottismo. Il momento giusto per l’amministrazione Bush per far sentire lo spirito del Make America Great Again, slogan utilizzato negli anni ’80 da Ronald Reagan e ripreso da Donald Trump. Una delle novità più immediate riguardò la censura dei contenuti radiofonici. La Casa Bianca fece pervenire alle radio un elenco di canzoni “che era meglio non trasmettere”.

Lo scopo era cercare di nascondere il forte trauma che la nazione stava attraversando, evitando di richiamare contenuti che potessero richiamare alla mente l’accaduto. Una ferita che tuttora non si è completamente rimarginata. Un po’ come se in questi anni avessero bloccato le canzoni che parlavano di virus, malattie e morti. Se per alcuni brani contenenti parole come guerra, fuoco, morte e distruzione, sia quantomeno possibile capire perché siano state vietate, per altri la motivazione del ban suona un po’ meno chiara.

Ad esempio, venne proibita in blocco tutta la discografia dei Rage Against The Machine, una band crossover da sempre critica nei confronti della politica e dei modelli istituzionali statunitensi. Walk like an Egyptian delle Bangles ricordava troppo il Medio Oriente, mentre Smokin’ dei Boston il fumo che saliva dalle macerie delle torri; Learn to fly dei Foo Fighters faceva ripensare agli aerei. E pure Mother dei Pink Floyd probabilmente a causa dei versi “Mother do you think they’ll drop the bomb?”. La lista non è lunga, ma lunghissima: la trovi QUI.

Se può interessare, oltre all’11 settembre, io mi ricordo bene anche dove ero quando ho saputo della morte di Lady D e di Kobe Bryant.

Foto: Michael Foran / Wikipedia CC BY 2.0